Per la prima volta in Italia somministrato un nuovo farmaco capace di sciogliere l’Alzheimer
È stato somministrato al primo paziente italiano l’innovativo farmaco leuco-metiltioninio bis idrometansulfonato (LMTM) per il trattamento della demenza di Alzheimer, nel tentativo di “sciogliere” le proteine tossiche che attanagliano il cervello dei pazienti affetti dalla malattia.
A comunicare la notizia è il responsabile dell’unità operativa di neurologia della Fondazione Giglio di Cefalù, Luigi Grimaldi, che ci ha tenuto a sottolineare il primato dell’ospedale siciliano: “È il centro coordinatore per l’Italia dello studio farmacologico TRx-237-039, dove è stato randomizzato il primo paziente”.
Lo studio è stato battezzato “Lucidity” e prevede la somministrazione del farmaco a circa 2.300 pazienti nel mondo attraverso una selezione svolta dalle principali strutture sanitarie per la ricerca e la cura delle malattie neurodegenerative.
“Il target di questo nuovo farmaco, un derivato del comune colorante disinfettante blu di metilene – ha spiegato Grimaldi – è la proteina tau che insieme all’amiloide e la TDP43, sono le proteine più frequentemente coinvolte in questo processo patologico che da luogo all’Alzheimer”.
“Non ci siamo mai fermati neanche durante il lockdown – ha aggiunto Grimaldi – continuando ad assistere i pazienti affetti da malattie degenerative e ad effettuare le necessarie verifiche di screening sui pazienti afferenti alla nostra unità, riuscendo ad individuare il primo paziente italiano, tra tutti i venti centri coinvolti nello studio internazionale”.
Il morbo di Alzheimer provoca problemi di memoria, di pensiero e di comportamento. Nella fase iniziale, i sintomi di demenza possono essere minimi, tuttavia, quando la malattia provoca maggiori danni al cervello, i sintomi peggiorano.
La velocità con cui la malattia progredisce è diversa per ciascuno, tuttavia, in media, le persone che soffrono del morbo di Alzheimer vivono otto anni dopo che i sintomi si sono manifestati.