Vitiligine. Ruxolitinib in crema migliora la ripigmentazione di viso e corpo

Durante il congresso dell’American Academy of Dermatology (AAD) 2022 sono stati presentati i risultati di uno studio clinico di fase III TRuE-V che ha dimostrato che nei pazienti adolescenti e adulti con vitiligine non segmentale, l’inibitore topico sperimentale delle Janus chinasi (JAK) 1 e 2 ruxolitinib ha ulteriormente migliorato la ripigmentazione di viso e corpo con il prolungamento della terapia.

L’analisi alla settimana 52 ha mostrato che i pazienti trattati con ruxolitinib crema presentavano una ripigmentazione clinicamente significativa del viso e di tutto il corpo, come dimostrato da percentuali maggiori di pazienti che raggiungevano gli endopoint F-VASI e T- VASI.

In particolare, i risultati di efficacia hanno mostrato: alla settimana 52, circa il 50% dei pazienti ha raggiunto una risposta F-VASI 75, rispetto al 30% riportato per questi soggetti alla settimana 24 (endpoint primario); alla settimana 52, circa il 75% dei pazienti ha raggiunto una risposta F-VASI 50 e circa il 30% una risposta F-VASI 90 contro tassi di risposta alla settimana 24 rispettivamente del 51% e del 15% circa.

Inoltre, una percentuale maggiore di pazienti alla settimana 52 ha raggiunto una risposta T-VASI 50 e oltre un terzo dei pazienti ha ottenuto una risposta nella VNS. È stato anche osservato un ulteriore miglioramento della variazione percentuale rispetto al basale nell’F-BSA.

La vitiligine è una malattia autoimmune cronica, caratterizzata dalla depigmentazione della pelle causata dalla perdita dei melanociti, le cellule cutanee che producono il pigmento. Si ritiene che l’eccessiva attività della via di segnalazione JAK guidi l’infiammazione coinvolta nella patogenesi e nella progressione della malattia, che coinvolge circa 1,9-2,8 milioni di persone negli Stati Uniti e può manifestarsi a qualsiasi età, anche se in molti pazienti i sintomi iniziali si presentano prima dei 30 anni.

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