Tumore alla mammella. Studio italiano conferma che il farmaco tamoxifene riduce il rischio di recidiva
Uno studio italiano, coordinato dal professor Andrea De Censi direttore di Oncologia medica dell’ospedale Galliera di Genova e durato 10 anni, conferma che il farmaco tamoxifene per il tumore alla mammella mantiene gli effetti protettivi e riduce il rischio di recidiva.
La ricerca ha confermato che una dose di cinque milligrammi di tamoxifene al giorno per tre anni, non solo riduce il rischio di nuovi tumori al seno, ma mantiene gli effetti anche sette anni dopo la fine del trattamento.
La studio, che è stato effettuato in 14 centri oncologici italiani, ha coinvolto 500 donne con cancro della mammella non invasivo o con lesioni precancerose.
”I dati a cinque anni della ricerca avevano già dimostrato una riduzione del 52% delle recidive di cancro alla mammella invasivo – spiega De Censi – e una riduzione ancora maggiore, del 76%, del rischio di tumore all’altra mammella. Dopo che questi primi dati sono stati annunciati nel 2018, numerose linee guida statunitensi raccomandano il tamoxifene a basse dosi”.
Il dottor Matteo Lazzeroni, ricercatore della Divisione di Prevenzione e Genetica Oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano sottolinea come ”in questo studio più recente abbiamo aggiornato i risultati sulle recidive di tumore alla mammella dopo dieci anni per valutare eventuali effetti collaterali a lungo termine e vedere se l’efficacia del trattamento venisse mantenuta nel tempo, anche a distanza di sette anni dal termine della cura. I dati mostrano che il tamoxifene a basse dosi continua a mantenere i propri effetti protettivi, riducendo del 42% il rischio di nuovi tumori mammari”.