Marche, farmaci equivalenti: ancora scarsa informazione e pregiudizi, così i cittadini spendono ogni giorno 80mila euro in più per i farmaci di marca

I farmaci equivalenti rappresentano una opportunità di salute per tutti, oltre ad essere una opportunità di sostenibilità economica per il servizio sanitario nazionale grazie al prezzo “calmierato” rispetto ai farmaci di marca e strumento per limitare il disagio causato dalle carenze di farmaci. Eppure queste certezze si scontrano ancora con una scarsa informazione dei cittadini-pazienti sui farmaci equivalenti e i pregiudizi che ruotano attorno al tema.
E seppur il farmaco equivalente sia entrato nella vita del paziente marchigiano, ogni giorno egli spende circa 80.000 euro in più preferendo i farmaci di marca rispetto agli equivalenti. In un mese la spesa dei cittadini marchigiani sfiora i 2.5 milioni di euro. Se n’è parlato questa mattina nel corso di un incontro a Senigallia, “Il ruolo sociale del Farmaco Equivalente: Call to action”, organizzato da Motore Sanità.

Nel 2021, a livello nazionale i farmaci coperti da brevetto incidono per circa il 30,2% in valore, mentre quelli non coperti da brevetto il valore corrisponde al 69,8%, di questo ben il 48,8% sono farmaci ex originatori compresi co-marketing, mentre i farmaci equivalenti puri corrispondono solto al 21%. Nelle Marche in regime di assistenza convenzionata vengono consumate 972 dosi al giorno da 1000 abitanti. Delle 972 dosi giornaliere l’87,2% sono farmaci che hanno perso il brevetto di cui i farmaci equivalenti rappresentano solo il 29% quando la media nazionale è del 34,4% (rapporto OsMed 2021). Le regioni del Nord Italia consumano più farmaci equivalenti, mentre le regioni del Sud hanno un consumo più basso rispetto a quello delle Marche. In un anno il cittadino marchigiano spende 29milioni di euro per i farmaci che hanno un costo superiore a quello di riferimento AIFA (circa il 12%).
Inoltre la Regione Marche non ha un ticket regionale e questo comporta che il cittadino acquisti farmaci a carico del servizio sanitario regionale, in altre Regioni la compartecipazione e il ticket, per alcuni farmaci, avrebbe un costo maggiore per l’assistito.

“Serve una grande responsabilità sociale da parte di tutti gli attori del sistema sanitario – decisori, medici, farmacisti, operatori sanitari, imprese ma soprattutto i pazienti per la sostenibilità e equità delle cure” ha rimarcato Luigi Patregnani, Dirigente Settore Assistenza Farmaceutica, Protesica, Dispositivi Medici ARS Regione Marche. “Nell’era biotech ha ancora un valore importante continuare ad investire sui farmaci equivalenti per poter garantire accesso all’innovazione. Ma non solo: è fondamentale prediligere nella stessa classe terapeutica molecole con rapporto costo-opportunità più vantaggioso, a parità di indicazioni, e occorre uniformare i messaggi veicolati per non disorientare il paziente e condividere una strategia educativa e informativa efficace per la popolazione”.

“In questi anni il farmaco equivalente si è distinto per rappresentare una importante risorsa per il servizio sanitario nazionale: la sua presenza ha consentito un significativo abbattimento dei costi – ha affermato Paolo Misericordia, Segretario regionale FIMMG-Federazione Italiana Medici di famiglia Marche -. La disponibilità di liste di trasparenza dove vengono riportati e aggiornati i farmaci a brevetto scaduto, le loro unità posologiche e le confezioni a prezzo maggiormente contenuto, è certamente da considerare una evoluzione anche in termine di empowerment per il cittadino utente. Altro importante aspetto è dato dall’utilità del farmaco equivalente nel limitare il disagio prodotto dalle carenze dei farmaci, evento di cui sono state, proprio in questo inverno, patite le conseguenze; conseguenze che sarebbero state ben più gravi se non avessimo avuto disponibili le alternative costituite dai farmaci equivalenti che creano l’opportunità per limitare la polarizzazione prescrittiva, una delle cause, appunto, della stessa carenza”.

Sul ruolo dei farmaci equivalenti è intervenuta Federfarma Marche sottolineando che la Regione Marche, in accordo con le associazioni di categoria, Federfarma e Assofarm, ha introdotto lo stesso sistema di calcolo dei prezzi di riferimento anche per i farmaci ospedalieri che vengono distribuiti dalle farmacie, con il risultato di allargare la platea dei pazienti curati con lo stesso budget.
“Prendiamo atto anche del fatto che in questo periodo in cui sono sopravvenute carenze di alcuni farmaci, la possibilità di sostituirli con equivalenti ha permesso ai cittadini di proseguire le proprie terapie – ha spiegato Marco Meconi, vicepresidente di Federfarma Marche -. A tutt’oggi, forse per poca informazione, o per pura motivazione psicologica, i cittadini spendono in Italia più di un miliardo di euro di “ticket” sanitario per acquistare i cosiddetti farmaci originali. Qui possono intervenire i professionisti educando i pazienti ed ottenere un notevole risparmio per le famiglie”.

Sulla sostenibilità e sulla valorizzazione della figura del farmacista a garanzia di una corretta informazione, Federfarma Marche ha rimarcato, inoltre, che in una regione come le Marche, con 550 farmacie di cui quasi il 50% rurali, il ruolo del farmacista è basilare specie nel dialogo a supporto della popolazione più anziana e residente in aree interne distanti dalle strutture ospedaliere. “È importante anche riaffermare la necessità che il farmacista operi per la sicurezza ed economicità del sistema, ancora di più nel momento in cui la prossima sperimentazione nelle Marche della farmacia dei servizi (270 farmacie coinvolte) darà spunti per valorizzare la farmacia e i professionisti che vi operano” ha concluso Marco Meconi.

“La vera differenza tra farmaco equivalente e quello originale è il prezzo” ha affermato il Presidente dell’Ordine di Macerata e rappresentante nazionale FOFI-Federazione Ordini farmacisti Italiani Luciano Diomedi.
“Il farmacista rappresenta la naturale possibilità per chiarire tutti i dubbi sulla propria terapia, può rappresentare quell’ancora di salvezza a cui il paziente può rivolgersi. Un ruolo che il farmacista non si è mai tirato indietro in particolar modo nella Regione Marche, ma che ha ancora numerosi margini di miglioramento. Seppur il farmaco equivalente sia entrato nella vita del paziente marchigiano, ogni giorno lo stesso spende circa 80.000 euro in più preferendo i farmaci di marca rispetto agli equivalenti.
In un mese la spesa dei cittadini marchigiani sfiora i 2.500.000 euro, una cifra incredibile che potrebbe ritornare nelle tasche degli stessi pazienti”.

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