Vitiligine, oltre 300mila casi in Italia. Cure troppo costose, per il 60% a carico dei pazienti

“Dottore, queste chiazze bianche copriranno tutto il mio corpo?” Lo chiede al dermatologo un trentenne che intorno alla bocca e alle mani ha chiazze bianche di vitiligine, e questa domanda cela una grande preoccupazione che spesso si trasforma in ansia e depressione, isolamento, paura del futuro. Vitiligine, una patologia frequentissima, cronica e autoimmune: si manifesta intorno alla bocca, alle mani e in sedi critiche del corpo, anche a livello genitale, e interessa una fascia di popolazione giovane con un decorso spesso progressivo, impattando significativamente la qualità di vita, la capacità di relazione e le interazioni sociali. La sua manifestazione può associarsi anche ad altre patologie mediate dal sistema immunitario.
Il carico economico per i pazienti è importante: molti dei presidi necessari al trattamento della patologia, inclusi i filtri solari, i prodotti topici che stimolano la pigmentazione e i prodotti cosmetici per il camouflage sono, infatti, a carico dei pazienti.
La reale incidenza della vitiligine è difficile da stimare, a causa dell’assenza di registri per la patologia e della variabilità dei percorsi di presa in carico per i pazienti, tuttavia nella popolazione generale l’incidenza è dello 0,5-1%.
i stima che in Italia ci siano oltre 300mila persone affette.
Per il suo trattamento, al momento sono disponibili prodotti topici e integratori, o in casi di lesioni più estese la fototerapia, ma non si riesce ad agire significativamente sull’evoluzione della malattia. Dal punto di vista del sistema sanitario nazionale, studi recenti basati sui dati relativi all’assistenza ospedaliera, farmaceutica e specialistica hanno dimostrato come il costo annuo medio di un paziente con vitiligine sia significativo, circa 1.600 euro; il costo aumenta per i pazienti più anziani e per quelli che presentano delle comorbidità, arrivando fino a oltre 5.000 euro all’anno. I costi per la società sono di circa 500 milioni di euro ogni anno e per oltre il 60% i costi sono affrontati interamente dalle tasche del malato.
Il quadro complessivo di questa malattia è stato presentato oggi all’evento “Progetto vitiligine – Piemonte e Liguria”. Organizzato da Motore Sanità ha l’obiettivo di mettere in luce la necessità di aumentare la conoscenza e la consapevolezza sulla vitiligine e di garantire il corretto supporto ai pazienti per minimizzare l’impatto sulla qualità di vita.

“Questa malattia è riconosciuta come puro inestetismo della pelle, invece è una malattia vera e propria che predispone all’insorgenza di comorbidità anche gravi come le malattie cardiovascolari, l’artrite reumatoide, malattie infiammatorie croniche intestinali, quindi è giusto trattarla come malattia” sono le parole di Ugo Viora, Presidente ANAP Associazione nazionale “Gli amici per la pelle” onlus. “Inoltre provoca ansia e depressione per l’esclusione e il senso di paura verso il futuro che provoca, a cui si somma la consapevolezza che non si può fare nulla; eppure la persona con vitiligine vorrebbe avere una possibilità di trattare la malattia e poter ritornare ad avere la pelle pigmentata come tutti gli altri. Attualmente non ci sono terapie specificamente indicate per la vitiligine, quelle utilizzate sono palliative perché l’efficacia è molto scarsa e non risolvono il problema. Esistono delle nuove terapie che sono state già approvate da FDA ed EMA ma non sappiamo quando AIFA le approverà, quando saranno a disposizione dei pazienti, in quale modo verranno rimborsate e se saranno accessibili a tutti”.

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