Ricerca. Scoperto un nuovo antibiotico in grado di combattere i batteri Gram-positivi multiresistenti

Un team di ricercatori dell’Università di Utrecht nei Paesi Bassi, dell’Università di Bonn in Germania, del Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni, della Northeastern University di Boston e della NovoBiotic Pharmaceuticals di Cambridge, Massachusetts ha scoperto un nuovo potenziale antibiotico.

Il nuovo antibiotico, isolato da batteri mai studiati in precedenza, chiamato clovibactina, sembra essere in grado di combattere i batteri Gram-positivi multiresistenti grazie a meccanismi d’azione insoliti, apparentemente senza causare resistenza.

La clovibactina è stata isolata dal terreno sabbioso della Carolina del Nord ed è stata studiata utilizzando il dispositivo iCHip, sviluppato nel 2015. Questa tecnica ha permesso ai ricercatori di coltivare la “materia oscura batterica”, i cosiddetti batteri non coltivabili, che compongono un gruppo a cui appartiene il 99% dei batteri.

Gli autori hanno dimostrato che la clovibactina agisce attraverso diversi meccanismi e che ha trattato con successo topi infettati dallo Staphylococcus aureus. La molecola ha mostrato attività antibatterica contro un’ampia gamma di agenti patogeni Gram-positivi, tra cui ceppi di S. aureus resistenti a meticillina, daptomicina e vancomicina, come anche Enterococcus faecalis ed E. faecium resistenti alla vancomicina difficili da trattare.

La clovibactina agisce contemporaneamente su tre molecole essenziali per la costruzione delle pareti batteriche legandosi alla loro porzione pirofosfato: C55PP, lipide II e lipide IIIWTA, che provengono da diverse vie biosintetiche della parete cellulare.

La caratteristica importante del meccanismo della clovibactina è che si lega solo al pirofosfato immutabile comune ai precursori della parete cellulare, ignorando la porzione variabile zuccherina/peptidica dei bersagli, rendendo pertanto più difficile lo sviluppo di resistenza da parte dei batteri.

Dopo aver legato le molecole target si autoassembla in grandi fibrille sulla superficie delle membrane batteriche, che rimangono stabili e intrappolano il batterio per tutto il tempo necessario perché possa essere neutralizzato dal sistema immunitario. Infine, dato che la clovibactina prende di mira le cellule batteriche ma non quelle umane, si prevede che non dovrebbe causare eventi avversi di rilievo.

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