Semaglutide riduce non solo il peso, ma anche il rischio di infarto o ictus
Il Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia Europea per i Medicinali ha dato l’ok per l’aggiornamento della scheda tecnica di semaglutide nell’Unione europea, riconoscendo il ruolo del farmaco nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori (Mace), come morte cardiovascolare, infarto non fatale (infarto del miocardio) o ictus non fatale, in adulti sovrappeso o obesi con malattia cardiovascolare accertata, senza diabete.
Il farmaco è indicato contro l’obesità nei soggetti con diabete, ma il suo uso si è diffuso a scopo di dimagrimento anche tra le persone non diabetiche.
Il parere positivo si basa sui risultati dello studio Select, secondo cui semaglutide 2,4 mg può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori del 20% rispetto al placebo, quando aggiunto alle cure standard.
Il meccanismo esatto della riduzione del rischio cardiovascolare non è stato stabilito, ma è probabilmente multifattoriale, e non dipendente dalla sola perdita di peso.
Semaglutide è un analogo del glucagon-like peptide 1 (GLP-1) umano, un ormone prodotto dall’intestino che stimola la secrezione di insulina e inibisce quella di glucagone da parte del pancreas. Il suo rilascio avviene dopo il pasto, entrando quindi in azione solamente quando la glicemia sale per effetto dei carboidrati introdotti col cibo. Induce la perdita di peso riducendo la fame, aumentando la sensazione di sazietà e aiutando così le persone a mangiare meno e a ridurre l’apporto calorico.
L’obesità è una malattia cronica che richiede una gestione a lungo termine. È associata a molte gravi conseguenze per la salute e alla riduzione delle aspettative di vita. Le complicanze legate all’obesità sono numerose e comprendono diabete di tipo 2, malattie cardiache, apnea ostruttiva del sonno, patologie renali croniche, epatopatie non alcoliche e cancro.