Mandelli: “Serve una riforma urgente per sostenere i farmacisti e migliorare il servizio sanitario”

La pandemia ha evidenziato la necessità di rafforzare il ruolo di prossimità dei farmacisti, il primo punto di accesso per la salute sul territorio, e ha portato all’ampliamento delle loro competenze per rispondere meglio alle esigenze degli italiani.
Tuttavia, queste nuove funzioni si scontrano con una carenza cronica di personale e con pesanti oneri burocratici che rallentano il lavoro quotidiano, penalizzando la qualità e l’efficienza del servizio per i pazienti.
È questo l’allarme lanciato dal presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), Andrea Mandelli, in audizione alla Commissione Affari sociali della Camera, dove è intervenuto nel contesto dell’indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie.

Mandelli ha sottolineato come la carenza di personale si stia acuendo, evidenziando un calo del 20% dei farmacisti laureati nel 2023 rispetto a cinque anni fa.
Questo deficit, ha spiegato, ha aumentato la pressione sulle farmacie territoriali e ha favorito il fenomeno dei “gettonisti”, ovvero professionisti occasionali chiamati a tamponare la mancanza di organico.
“La nostra attività quotidiana è appesantita da procedure burocratiche e amministrative che tolgono tempo prezioso al servizio professionale – ha dichiarato Mandelli -.
Serve un intervento politico concreto per alleggerire questi oneri e ammodernare le disposizioni in materia di gestione ordinistica, così da adattarle al contesto post-pandemico”.

Mandelli ha poi ricordato che il Parlamento ha in esame due proposte di legge, il “Ddl Semplificazioni” e il “Ddl Semplificazioni-bis”, che mirano a snellire il lavoro sia dei farmacisti che dei medici.
“Ci auguriamo che questi provvedimenti vengano approvati in tempi brevi per garantire un miglior servizio ai cittadini e un’efficienza maggiore per il Servizio Sanitario Nazionale” ha commentato.

Un altro punto su cui Mandelli ha invitato a riflettere riguarda la legge 3/2018 sul riordino delle professioni sanitarie, parzialmente attuata e ancora in attesa del nuovo Regolamento previsto, fermo all’epoca pre-Covid.
“La pandemia ha completamente trasformato il contesto sanitario – ha dichiarato Mandelli – e oggi i carichi amministrativi che gravano sugli Ordini professionali sono diventati insostenibili, soprattutto per le strutture più piccole.
Servono soluzioni che garantiscano a tutti gli Ordini la capacità organizzativa necessaria”.

Mandelli ha anche posto l’accento sulla questione dei mandati e della durata degli organi direttivi degli Ordini delle professioni sanitarie, regolamentati dalla legge 21/2021.
“La pandemia ha richiesto un impegno totalizzante dai professionisti sanitari, lasciando poco spazio alle attività di rappresentanza e gestione ordinistica”, ha spiegato.
Mandelli ha quindi espresso preoccupazione per un possibile ricambio totale dei vertici, che rischierebbe di privare gli organi direttivi delle competenze necessarie.

Infine, il presidente ha evidenziato alcune criticità organizzative della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS), organo di giurisdizione interna che sconta pesanti ritardi nella gestione delle pratiche per la professione di farmacista.
Secondo Mandelli, sarebbe necessario aumentare il supporto amministrativo e individuare professionisti con competenze giuridiche adeguate, riconoscendo anche un compenso a chi svolge incarichi all’interno della Commissione.

“Queste sono proposte concrete per semplificare il lavoro quotidiano dei farmacisti”, ha concluso Mandelli. “Il nostro obiettivo è poter rispondere in modo tempestivo e qualificato ai bisogni di salute di pazienti e cittadini,
migliorando il Servizio Sanitario e supportando la nostra categoria in questa missione essenziale”.

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