Riforma lombarda della cronicità. I medici di medicina generale e le farmacie in prima fila per la presa in carico del paziente
La riforma lombarda della cronicità si appresta a passare alla seconda fase applicativa: la presa in carico del paziente cronico, il focus del convegno che si è tenuto ieri e organizzato da Motore Sanità, dal titolo ‘Modello lombardo 4.0 – dal territorio agli ospedali’.
La riforma mira a creare una stretta collaborazione tra territorio e ospedali, quindi tra medici di medicina generale e specialisti, per una presa in carico complessiva di chi soffre di malattie croniche. Il 48% dei medici di medicina generale lombardi, 2.570, sono coinvolti in questo progetto, così come le 2.800 farmacie territoriali private, pubbliche e anche quelle di nuova apertura.
Il collante di questa integrazione sarà la tecnologia, che grazie alla telemedicina, al telemonitoraggio e al fascicolo sanitario elettronico, avrà un ruolo primario in questo processo di cambiamento. “Obiettivo della ristrutturazione in corso è di migliorare la qualità della vita del paziente cronico rendendo più appropriate e sostenibili per l’intero sistema sanitario nazionale le sue cure – ha dichiarato Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia – l’età media avanza e grazie all’innovazione tecnologica le malattie si cronicizzano.
Tutto questo comporta un forte aumento di bisogni sanitari, che, nel nostro attuale sistema ‘ospedalocentrico’, trovano risposta quasi esclusivamente, appunto, negli ospedali. I bisogni dei pazienti cronici potrebbero invece essere affrontati e gestiti in maniera diversa, con costi notevolmente inferiori”.
“Stiamo mettendo concretamente in atto una vera e propria rivoluzione culturale che come tutti i cambiamenti provoca delle resistenze – prosegue l’assessore Gallera -. Il nostro obiettivo è preservare il sistema universalistico che a causa di continui tagli e scarsi investimenti da parte del Governo nazionale in sanità rischia di essere compromesso. La nostra riforma non può certo risolvere questi problemi, ma attraverso un miglior utilizzo delle risorse e una riorganizzazione della presa in carico dei pazienti cronici, che assorbono il 70% di queste ultime, cerchiamo di contenere i danni”. “Il progetto deve risolvere alcuni punti rispetto all’attuazione di quanto è già stato predisposto nelle delibere attuative – ha spiegato Gabriella Levato, segretario regionale Fimmg Lombardia -. I primi riguardano gli applicativi informatici della presa in carico mi riferisco per esempio alla nuova normativa sulla privacy a cui bisogna adeguarsi o alle specifiche di integrazione con il Siss.
Circa la nuova legge sulla privacy che verrà attuata a partire dal 25 maggio, ci troviamo di fronte al fatto che dobbiamo riformulare o, comunque, mettere dei dati ulteriori nel consenso informato che avevamo già predisposto. L’altra criticità riguarda le agende degli erogatori che in questo momento non ci vengono messe a disposizione, con il risultato che non riusciamo a prenotare gli esami come da piano individuale. Il progetto di presa in carico nasce anche con lo scopo di integrare realmente i diversi attori coinvolti nel processo di cura e la disponibilità delle agende degli erogatori e un ‘sine qua non’, sono sicura che Regione si adopererà affinché si possa entrare nel pieno del progetto quanto prima”.
Telemedicina, test autodiagnostici, Cup e promozione di campagne di screening sono alcuni dei servizi che le farmacie lombarde metteranno a disposizione dei pazienti cronici. “Le farmacie, in questo periodo, hanno presentato molte proposte alla luce delle delibere di Regione Lombardia che danno alle farmacie il ruolo di micro-erogatori e il compito di monitorare l’aderenza alla terapia del paziente cronico – ha spiegato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia -.
Aumentare il livello dell’aderenza alla terapia, significa aumentare le possibilità di guarigione e di diminuire ricoveri impropri. Mentre la riforma prendeva corpo, abbiamo contattato i medici di medicina generale e i gestori accreditati da Regione Lombardia proprio per presentare le numerose attività che la farmacia può offrire in termini di servizi aggiuntivi al cittadino e di presenza sul territorio. Abbiamo, infatti, firmato dei protocolli di collaborazione sia con le Ats sia con alcuni gestori, con l’obiettivo di fornire servizi. La grande forza della farmacia è la sua presenza capillare sul territorio. La rete delle farmacie non ha eguali nel sistema sanitario per capillarità e disponibilità, poiché le farmacie sono aperte con orari molto estesi”.
“Avere un servizio disponibile attraverso le farmacie vuol dire dare la possibilità al malato cronico di non allontanarsi troppo da casa o dal posto di lavoro per effettuare i controlli legati alla sua patologia, vuol dire aumentare la compliance del paziente, una componente fondamentale per incentivarlo a curarsi appropriatamente”, conclude Racca.