Enpaf. La riforma della previdenza dei farmacisti non passerà dalla immediata modifica dell’attuale sistema di contribuzione
La riforma della previdenza dei farmacisti non passerà dalla immediata modifica dell’attuale sistema di contribuzione, ma attraverso il lavoro di definizione di una proposta articolata, capace di mettere insieme, in modo organico, funzionale e sostenibile, le principali istanze avanzate dalle rappresentanze delle sigle di Categoria, salvaguardando l’autonomia della Fondazione, la cui solida condizione patrimoniale costituisce una garanzia per tutti gli iscritti e pensionati. Questa la sintesi dell’incontro tenutosi ieri a Roma nella sede dell’Enpaf, dove le sigle di Categoria si sono confrontate collegialmente. All’incontro hanno preso parte 11 sigle: Federfarma, Assofarm, Farmacieunite, Sinafo, Filcams Cgil, Conasfa, Sinasfa, Mnlf, Fnpi, Lpi e Fenagifar. “Dall’incontro è emerso, prima di tutto, che la soluzione alla quale guardava con interesse una parte della Categoria, ovvero il passaggio al sistema contributivo, non costituisce una priorità – spiega il presidente dell’Enpaf, Emilio Croce -. “In verità, avevamo messo in conto questa possibilità, proprio grazie al lavoro condotto attraverso le audizioni delle sigle professionali, dal quale erano emerse posizioni diverse, riguardanti anche altre ipotesi di modifica degli attuali assetti previdenziali, avanzate da tutte le componenti della professione”. Tra le istanze presentate da più parti, spicca l’esigenza di una maggiore diluizione delle rate in base alle quali viene riscossa, in via bonaria, la contribuzione obbligatoria (attualmente sono tre, ridotte a una sola per l’iscritto che versa il contributo di solidarietà). Una proposta accolta positivamente e che, compatibilmente con le procedure interne e con l’iter di approvazione dei contributi da parte dei ministeri vigilanti, potrebbe essere messa in cantiere già dal prossimo anno. È stata poi sollecitata l’adozione di una modifica regolamentare che consenta ai pensionati Enpaf di ridurre la quota contributiva intera nella misura del 50%. Su questo aspetto il CdA dell’Ente, già nel corso dell’ultimo Consiglio nazionale, ha manifestato l’intenzione di avviare un iter valutativo per stimare, sulla base di proiezioni attuariali di lungo periodo, l’impatto di tale modifica sui conti dell’Ente, considerato che i pensionati iscritti a quota intera, ad oggi, sono circa quattromila. Particolare attenzione è stata riservata alla tematica dell’attività professionale, sia come requisito pensionistico che contributivo, tenuto conto dell’evoluzione dell’attività del farmacista, anche sotto il profilo dell’arco temporale nell’anno solare, rilevante ai fini del soddisfacimento del requisito. Tra le altre proposte alle quali potrebbe essere data risposta in tempi non eccessivamente lunghi, si inserisce la proposta di allargamento ai titolari di parafarmacia dell’ambito di applicazione dell’art. 18 del regolamento di assistenza “Interventi per favorire l’occupazione”. La disposizione, allo stato, prevede la possibilità di erogare un contributo a favore del titolare di farmacia che assuma, come dipendente, un farmacista iscritto, che abbia un’età non superiore a trenta anni o pari o superiore a cinquanta anni. “A tale riguardo – afferma Croce – sarà valutata la possibile revisione della norma regolamentare, sul presupposto che l’iscritto venga assunto con l’applicazione del Ccnl delle farmacie private e con il trattamento economico e normativo del collaboratore di farmacia”. “È evidente che c’è molto da lavorare, per elaborare una proposta di riordino della nostra previdenza che possa mettere insieme le diverse necessità, tutte imprescindibili”, dichiara ancora Croce. “Ma, tirando le somme – conclude il presidente – non si può non riconoscere che la Categoria tutta ha partecipato, con una sincera e costruttiva collaborazione, a questa prima fase del percorso di riforma del nostro Ente. Se saremo capaci di ricondurre le differenze di visioni e opinioni sempre al merito della questione, nel rispetto dei ruoli e delle prerogative di ogni soggetto in campo, sono fiducioso che gli obiettivi condivisi di equità, sostenibilità e solidarietà intra-categoriale e intergenerazionale, potranno essere raggiunti attraverso le opportune modifiche al Regolamento di previdenza, come peraltro già avvenuto con l’approvazione del nuovo Regolamento di assistenza”. Grande soddisfazione per l’esito dell’incontro anche da parte del presidente di Lpi, Ivan Ruggiero:” abbiamo proposto di trasformare l’attuale sistema a prestazione definita, in un sistema contributivo. Paragonare, quindi, i contributi al reddito in maniera progressiva e calcolare la pensione sui contributi versati in tutti gli anni”. “Rendere Equa l’Enpaf è una questione di responsabilità verso i professionisti iscritti, mi auguro quindi che dopo questo incontro molto importante, finalmente si metta in moto la macchina della riforma”, conclude Ruggiero.