Pharma Connetion. Chiesti oltre 300 anni di carcere per farmacisti, medici e informatori scientifici
Il pm di Roma ha chiesto condanne per oltre 300 anni di carcere nei confronti di un gruppo di farmacisti, medici e informatori scientifici finiti sotto inchiesta tra il 2002 e il 2004 per l’accusa di produzione e traffico di sostanze stupefacenti e anoressizzanti. Il pubblico ministero Maria Teresa Gerace, davanti ai giudici della quarta sezione penale, ha sollecitato condanne dai 7 ai 30 anni di carcere. L’operazione del Nas ribattezzata “Pharma Connection”, che portò ad una serie di arresti e perquisizioni, riguardò dieci regioni e ventuno province. Tra i reati contestati, a seconda delle posizioni, anche l’associazione per delinquere finalizzata alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti e dopanti. Secondo il pm i preparati erano suggeriti a persone ignare e che finivano per assuefarsi ai farmaci. I medicinali venivano confezionati in contenitori privi di etichetta o su cui venivano riportati principi attivi diversi da quelli reali. La loro produzione avveniva con la complicità di farmacisti che si avvalevano di laboratori e locali di deposito clandestini. Nella produzione illecita di composti galenici, secondo l’accusa, venivano anche utilizzati principi attivi farmaceutici contraffatti, come il sildenafil, importati illegalmente da paesi extraeuropei. L’operazione portò al sequestro di 15.000 ricette false. L’attività criminale era gestita da figure professionali del mondo sanitario e farmaceutico e aveva la sua base operativa a Roma con ramificazioni in tutto il Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia.