Raffreddore. No ai decongestionanti per i bambini al di sotto dei sei anni

Secondo uno studio condotto dalla University of Queensland e dall’Università di Ghent, i farmaci decongestionanti non dovrebbero essere somministrati ai bambini sotto i 6 anni e dovrebbero essere somministrati con cautela in quelli sotto i 12, perché non vi sono prove che riescano ad alleviare sintomi come un naso chiuso o che cola. Le raccomandazioni arrivano dalla revisione di una serie di studi su decongestionanti, antistaminici, analgesici, corticosteroidi, rimedi a base di erbe, vitamine e minerali. “Non ci sono prove che questi trattamenti allevino i sintomi nasali e possono causare effetti negativi come sonnolenza o disturbi gastrointestinali – evidenziano gli autori -. Nei bambini sotto i 2 anni sono stati associati a convulsioni, battito cardiaco accelerato e morte”. Lo studio affronta quali possano essere i migliori rimedi per la lotta al raffreddore. Per gli adulti le prove suggeriscono che l’uso di decongestionanti da soli, o con antistaminici o analgesici, per un massimo di 3-7 giorni, possono avere un piccolo effetto sui sintomi nasali. Tuttavia, gli effetti collaterali possono portare a un aumento del rischio di insonnia, a sonnolenza, mal di testa o disturbi allo stomaco. L’uso a lungo termine di decongestionanti, invece, può portare a una congestione nasale cronica che sarebbe poi più difficile da trattare. Paracetamolo e farmaci antinfiammatori sono talvolta prescritti per alleviare il dolore, ma non sembrano migliorare la congestione nasale. “Sulla base delle prove attualmente disponibili, la rassicurazione che i sintomi siano auto-limitanti è la migliore che si possa offrire ai pazienti, sebbene l’uso a breve termine dei decongestionanti negli adulti possa dare sollievo dal naso bloccato”, concludono gli studiosi.

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