Abuso di posizione dominante, Pfizer dovrà risarcire oltre 13 milioni di euro allo Stato
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della multinazionale Pfizer, relativamente alla “condotta illecita di abuso di posizione dominante nel mercato delle prostaglandine”.
L’azienda farmaceutica statunitense dovrà risarcire il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con una cifra che supera i 13 milioni di euro.
Nello specifico avrebbe ritardato l’ingresso nel mercato italiano dei farmaci generici, analoghi delle “prostaglandine”, per la cura del Glaucoma.
Gli abusi, come si legge nell’Ordinanza della Corte Suprema pubblicata il 2 gennaio 2024, hanno riguardato “attività finalizzate ad ottenere il protrarsi dei vigenti diritti di privativa della Pfizer, per la protezione brevettuale del principio attivo utilizzato nella produzione del farmaco per la cura del Glaucoma”.
La data di scadenza del brevetto in questione per l’Italia era quella del 23 settembre 2009, diversamente dagli altri Paesi europei dove il termine previsto era quello di luglio 2011.
Per allineare i diritti brevettuali nelle diverse nazioni ed estendere la privativa, avrebbe richiesto per il nostro Paese, il Certificato di Protezione Complementare (CPC) fino al mese di luglio del 2011.
Una condotta giudicata scorretta dagli Organi giudicanti, perché ha di fatto rallentato l’ingresso nel mercato dei farmaci equivalenti prodotti dalle aziende concorrenti.
Di conseguenza ha generato un aggravio per le casse dello Stato, poiché il farmaco in questione (compreso in “Fascia A”) è rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale.
Per quantificare l’esborso pubblico generato, è stato sufficiente moltiplicare il numero delle confezioni vendute in quell’arco temporale per il loro prezzo di vendita.