Aifa approva il mix di vaccini per la seconda dose
L’avevamo accennato qualche settimana fa nel corso di un’intervista alla Dottoressa Anna Maria Cattelan, infettivologa presso l’Azienda Opsedaliera dell’Università di Padova. Il tema principale della chiacchierata, era proprio la possibilità di effettuare il richiamo del vaccino anti-Covid19 con dosi diverse rispetto alla prima somministrazione. Un dubbio legittimo a seguito della pubblicazione di uno studio spagnolo che dimostrerebbe addirittura una maggiore efficacia dal mix vaccinale in grado di aumentare la risposta immunitaria.
Seppur non ne smentiscano la possibilità, molti scienziati non ne sostengono appieno la validità, poiché il trial clinico non ha avuto un campione molto rappresentativo.
La morte improvvisa della 18enne di Genova a seguito del vaccino Vaxzevria dell’azienda AstraZeneca, ha però accelerato i tempi e spinto il ministro della Salute Speranza, a vietare l’uso del vaccino di Oxford in soggetti under 60.
Una scelta comprensibile ma che ha scatenato il dibattito pubblico soprattutto per l’assenza di un orientamento scientifico e governativo allineato e definitivo. Non è ancora chiaro il destino dell’altro vaccino a vettore virale prodotto da Janssen. Il farmaco dell’azienda Johnson&Johnson, monodose, esclude la questione richiamo, ma non ci sono pareri espliciti sulla somministrazione alle fasce più giovani della popoolazione.
Nelle scorse ore la Commissione Tecnico Scientifica dell’Aifa, ha deciso “a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale. Prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o, per analogia, con il vaccino Moderna.
Inoltre l’Aifa ha espresso parere favorevole “all’inserimento nell’elenco dei farmaci di cui alla legge 648/1996 di Comirnaty e Vaccino COVID-19 Moderna come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria”.
La CTS ha ritenuto che la seconda somministrazione con vaccino a mRNA (Pfizer o Moderna) possa avvenire a distanza di 8-12 settimane dall’inoculazione di Vaxzevria.
Christian Petrelli