Antibiotico-resistenza. Italia ferma ai blocchi di partenza

Che l’antibiotico-resistenza sia un problema serio e non più procrastinabile, lo dimostra anche l’istituzione della Giornata Europea degli Antibiotici voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Una piaga che in Italia assume proporzioni ancora più preoccupanti e che ci colloca al quinto posto fra i Paesi ad alto reddito per indice di resistenza a questi farmaci dopo Lettonia, Irlanda, Slovacchia e Spagna.

Una recente inchiesta della nota trasmissione Rai ‘Report’, ha messo in luce i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto alle morti in ospedale nel periodo pandemico.
Lo studio parla chiaro, il 19% dei morti Covid aveva anche altre infezioni batteriche che verosimilmente, sono state la causa del decesso in quei pazienti con una situazione clinica già compromessa dal Coronavirus.
Un dato di fatto che suona come una sentenza di morte inevitabile, per tutti quei pazienti fragili che costretti al ricovero ospedaliero, si espongono a numerose colonie di batteri presenti nei reparti.
Gli esperti lo hanno detto senza mezzi termini: esistono batteri resistenti al 100% a tutte le terapie antibiotiche ad oggi utilizzate, quindi è impossibile debellarli.

La gravità della situazione fu riscontrata già nel 2008 dagli ispettori del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), nel Rapporto “The bacterial challange: time to react”.
I funzionari europei palesarono la mancanza di una strategia precisa da parte del nostro Paese, un piano in grado di contrastare l’antimicrobico-resistenza (AMR).

Nel 2017, dopo l’istituzione di un Gruppo di Lavoro a cui hanno preso parte l’ISS, l’AIFA e numerose società scientifiche, il Governo ha approvato il Piano Nazionale di contrasto dell’Antimicrobico Resistenza (PNCAR).
Lo scopo era quello di monitorare il fenomeno dell’AMR e dell’uso degli antibiotici, migliorare i livelli di consapevolezza e di informazione/educazione nei professionisti della salute e ottimizzarne l’uso.
Da allora si sono alternati 3 Governi, ma concretamente è cambiato davvero poco.
Per rendersene conto, è sufficiente ‘fare un giro’ nelle regioni italiane e capire come siano totalmente inesistenti le strutture di controllo e i responsabili dell’AMR. Un refrain italico che purtroppo non riguarda solo la sanità e rischia di diventare la vera emergenza.

È necessario intervenire con campagne di comunicazione mirate, costanti ed efficaci per evitare che gli ospedali si trasformino nei Lazzaretti di manzoniana memoria.

Christian Petrelli

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