
Antibiotico-Resistenza. Nisticò: necessaria una legge per incentivare la ricerca
L’antibiotico-resistenza (AMR) rappresenta una delle dieci principali minacce per la salute globale secondo l’OMS. Le stime più recenti prevedono che, entro il 2050, oltre 39 milioni di persone potrebbero morire a causa di infezioni resistenti agli antibiotici.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito la World AMR Awareness Week, la Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antimicrobici, ogni anno dal 18 al 24 novembre.
Solo in Europa, l’AMR causa ogni anno più di 35.000 decessi, con l’Italia tra i Paesi più colpiti. Questa emergenza richiede misure immediate per promuovere strategie innovative, investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) e l’accesso a nuovi farmaci.
Cos’è l’AMR?
La resistenza agli antibiotici si verifica quando i batteri sviluppano meccanismi per sopravvivere alla loro azione.
Questa può essere innata, quando è una caratteristica naturale del batterio, o acquisita, quando mutazioni genetiche rendono batteri sensibili resistenti agli antibiotici.
Ciò comporta infezioni più difficili da curare, terapie più lunghe e, nei casi peggiori, esiti fatali. La resistenza è un fenomeno naturale, ma è accelerata dall’uso eccessivo o scorretto degli antibiotici, sia nell’uomo che negli animali.
Questo comportamento seleziona i batteri resistenti, che continuano a moltiplicarsi e diffondersi. Altri fattori includono infezioni contratte in ambito sanitario, globalizzazione dei commerci e spostamenti internazionali.
Contrastare l’AMR richiede un approccio multidisciplinare. È necessario promuovere l’uso consapevole degli antibiotici, migliorare il controllo delle infezioni e investire in ricerca per sviluppare nuovi farmaci.
Solo attraverso azioni coordinate sarà possibile contenere questa crescente minaccia e preservare l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future.
Il Presidente AIFA Nisticò: una legge per incentivare la ricerca di nuovi antibiotici che aggirino le resistenze
“La situazione italiana – afferma il Presidente di AIFA, Robert Nisticò – è critica sia per la diffusione dell’antibiotico-resistenza sia per il consumo degli antibiotici, rendendo pertanto urgenti le azioni di prevenzione e controllo.
Il trend è infatti di nuovo in crescita e così il consumo continua a essere sempre più superiore alla media europea, sia nel settore umano che veterinario, con una grande variabilità tra le regioni e con un ritorno nel 2022 ai valori registrati durante il periodo pre-pandemico.
Nelle mappe europee relative alla distribuzione dei batteri resistenti in Europa, l’Italia detiene, insieme alla Grecia, il primato per diffusione di germi resistenti.
L’epidemia silente delle infezioni batterico-resistenti -prosegue- dipende da una molteplicità di fattori, non ultimo le difficoltà per l’industria ad investire ingenti risorse nella ricerca di nuovi antibiotici nella prospettiva di un loro uso più limitato nel tempo.
Per questo occorre individuare strategie push and pull, spingendo la ricerca di base ma puntando anche su incentivi in campo regolatorio.
Questo consente da un lato di semplificare, dall’altro di velocizzare i tempi di approvazione di nuovi antimicrobici in gradi di aggirare le resistenze batteriche.
In questo senso un modello può essere quello della legge sugli orphan drug che ha stimolato la ricerca di farmaci per le malattie rare”.
Il punto di vista dell’industria del farmaco
E a proposito di ricerca e sperimentazione, arrivano puntuali le dichiarazione Marcello Cattani, presidente di Farmindustria.
“Circa 100 antibiotici in sperimentazione clinica e 155 vaccini in sviluppo a livello globale per combattere l’antimicrobico-resistenza (AMR).
L’industria farmaceutica sta continuando ad accelerare per rispondere a questa pandemia silente”, afferma Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria.
“‘Educate. Advocate. Act now.’ è il tema sottolineato dall’OMS quest’anno. Ed è proprio così.
È fondamentale un’educazione costante e capillare. Così come sostenere l’impegno degli attori della salute e adottare azioni concrete in risposta alla resistenza antimicrobica.
Per questo c’è più che mai bisogno di rafforzare l’azione sinergica internazionale e nazionale, coniugando incentivi a livello europeo con misure per favorire l’accesso nei singoli Paesi.