
Assistente di Farmacia: la nuova figura che migliora la gestione del tempo del farmacista
La proposta relativa all’introduzione di un Assistente di farmacia è piuttosto recente e negli scorsi giorni abbiamo pubblicato un articolo contenente il punto di vista del presidente della Federazione Nazionale delle Parafarmacie Italiane Davide Gullotta.
La FNPI ha sollevato qualche dubbio rispetto a questa nuova figura professionale.
Secondo i rappresentanti delle parafarmacie la carenza di farmacisti, è direttamente correlata alla perdita di attrattività della professione dovuta anche al fatto che all’aumentare delle competenze, non è seguito un adeguato riconoscimento professionale ed economico.
Non è dello stesso avviso il presidente di Federfarma Marco Cossolo, intervenuto al convegno “La figura dell’assistente di farmacia”, lo scorso lunedì a Milano.
“Le figure che supportano il farmacista, come il magazziniere esistono da sempre. In una farmacia che si evolve, e in previsione dell’implementazione di un numero sempre maggiore di servizi, la presenza di personale che affianchi il farmacista nella gestione delle mansioni burocratiche e amministrative può aiutare la farmacia a crescere e nobilita la professione”.
Inoltre – continua Cossolo – “la farmacia sarà sempre di più un presidio sanitario sul territorio, come dimostra il rinnovato finanziamento della sperimentazione della farmacia dei servizi. In questo contesto, la presenza di un assistente di farmacia valorizza il ruolo del farmacista”.
Per saperne di più abbiamo sentito il parere della professoressa Erika Mallarini, direttrice del corso Management della Farmacia della SDA Bocconi e Responsabile area Pharma Channel e Retail lab.
1) Professoressa, come nasce l’idea dell’ Assistente di Farmacia?
Innanzitutto devo fare un distinguo tra assistente farmacista e assistente di farmacia.
Il primo è una figura professionale riconosciuta in Palesi come la Germania, figure dotate di una laurea triennale e non è quella di cui si è parlato nella nostra ricerca e che comunque dai nostri studi si rivela inutile nel nostro Paese.
Il Channel & Retail Sda Bocconi ha condotto una ricerca sulla consulenza in farmacia che si è confermata fondamentale per il cittadino, addirittura ha superato la prossimità come primo criterio di scelta.
Nonostante la competenza del farmacista, spesso è risultata poco efficace rispetto ai comportamenti di acquisto dei clienti, che nel 92% dei casi acquistano ciò che avevano già programmato di acquistare prima di entrare.
Il problema è risultato il tempo a disposizione del farmacista. Pertanto abbiamo analizzato tutti i processi che sono gestiti in farmacia per individuare come rendere più efficiente il lavoro.
Così sono emerse possibili aree da standardizzare, altre digitalizzabili o gestibili da soggetti diversi dal farmacista. Non si è mai parlato di banco, ma solo dei back Office, laddove sono emerse le maggiori inefficienze.
2) Di cosa si occuperebbe nello specifico in farmacia?
Noi abbiamo individuato 3 tipi di figure. Ovviamente sono ‘idealtipi’ che le farmacie (che ne sentono la necessità) possono scegliere e personalizzarne ruolo e competenze sulla base della loro organizzazione.
L’assistente esecutivo è un ruolo più gestionale; l’assistente amministrativo più segretariale;
l’assistente di punto vendita ha un ruolo legato alla gestione del magazzino, della comunicazione sul punto vendita, dell’esposizione, della prenotazione e accettazione per i servizi.
3) Quali vantaggi apporterebbe?
Libera tempo al farmacista concentrandolo su attività più coerenti alla sua specializzazione, con effetti anche sulla sua motivazione specie per quello che riguarda le generazioni più giovani, essendo una figura formata consentirebbe di accrescere la redditività con evidenti ricadute sulla possibilità di investire risorse economiche sui farmacisti collaboratori (il tutto ovviamente non è legato a percezioni, ma è stato misurato).
4) I rappresentanti della FNPI sostengono che migliorando la condizione lavorativa dei farmacisti collaboratori si potrebbero ottenere diversi benefici piuttosto che pensare ad introdurre nuove figure. Lei cosa ne pensa?
Non la definirei figura professionale, ma semplicemente un indirizzo per un’eventuale riorganizzazione basata sullo skill change.
Per rispondere alla tua domanda, il nostro studio è in linea con la posizione di FNPI: occorre trovare risorse economiche per remunerare i farmacisti, migliorare la qualità del lavoro rendendolo più in linea con la loro professionalità, rivedere i carichi di lavoro che spesso sono insostenibili e consentono uno scarso bilanciamento tra vita personale e lavorativa. Noi proponiamo concrete soluzioni organizzative sostenibili per raggiungere questi obiettivi condivisi.
Intanto la Fofi ha precisato che la proposta emendativa presentata dall’On. Marta Schifone che prevedeva “l’istituzione della figura dell’Assistente di Farmacia con compiti amministrativi e di “supporto alla vendita di prodotti parafarmaceutici, per i quali non fosse necessario il consiglio professionale del farmacista”, è stata ritirata dalla stessa firmataria durante l’esame del provvedimento in Commissione XI° (Lavoro pubblico e privato) della Camera dei deputati, lo scorso 19 settembre.
Christian Petrelli