Ci rimetto se acquisto prodotti con IVA al 22% e li rivendo con IVA al 4%?
Vorrei sottoporvi un quesito. Nella contabilità di una farmacia, come vanno registrate le fatture d’acquisto relative a merce come presidi per diabetici (con iva al 22%) destinata a forniture riepilogate in distinta AIR e di conseguenza indicate in fattura elettronica (con iva al 4%)?Il problema sorge in quanto nella liquidazione periodica non viene più riportato e di conseguenza ventilato l’importo delle fatture elettroniche, pertanto sembrerebbe alterata la ripartizione dei corrispettivi da ventilare.
Il metodo della ventilazione consiste, come si sa, nell’annotare i corrispettivi senza distinzione per aliquote e ripartire il loro ammontare – ai fini dell’applicazione delle diverse aliquote – in proporzione agli acquisti di beni destinati alla rivendita, che devono pertanto essere annotati distintamente dagli acquisti di altri beni e servizi.
La ventilazione dell’ammontare globale dei corrispettivi di vendita va eseguita, in ciascun periodo di liquidazione (mese o trimestre) dell’imposta, in base all’ammontare progressivo degli acquisti effettuati dal 1° gennaio fino al termine del periodo di liquidazione.
Le vendite operate con emissione di fattura, cartacea o elettronica che sia, devono essere annotate distintamente nei registri iva e per esse resta fermo l’obbligo della distinzione per aliquota, anche se qui dobbiamo cogliere l’occasione per ricordare che il metodo della ventilazione è applicabile qualora le fatture emesse rappresentino non più del 20% del volume d’affari della farmacia.
L’imposta relativa deve essere cumulata, ai fini della liquidazione, con quella scorporata dai corrispettivi delle altre operazioni effettuate e ventilate in proporzione agli acquisti.
Pertanto, analizzando la singola operazione consistente nell’acquisto con IVA al 22% e vendita con fattura con IVA al 4%, emerge una evidente neutralità fiscale: verso più IVA al mio fornitore, che comunque porterò in detrazione, e ne incasso di meno dal cliente, generando così, in astratto, un credito d’imposta.
Il problema sorge invece qualora gli acquisti di merce con IVA al 22% subiscano un incremento consistente: nel calcolo ponderato dell’aliquota media sugli acquisti, da applicare come scorporo sulle vendite, aumenta infatti il “peso” dei beni con IVA al 22%, generando così un innalzamento dell’aliquota media.
La ventilazione (purtroppo) funziona in questo modo, nel bene e nel male. Né, d’altro canto, è possibile estrapolare questi acquisti dal calcolo e neppure chiedere l’applicazione dell’aliquota ridotta all’atto dell’acquisto.
L’unica “scappatoia”, se così davvero vogliamo definirla, sarebbe quella di rinunciare al metodo della ventilazione optando per quello “ordinario”, consistente nella distinzione – già nel software gestionale e di conseguenza nel registratore di cassa a esso collegato – dell’aliquota IVA per ogni prodotto così da effettuare la separata contabilizzazione: sistema però, come è agevole comprendere, assolutamente sconsigliabile per l’eccessivo dispendio di tempo e di energia lavorativa e anche fonte al tempo stesso di numerosi errori.
(roberto santori)