Cittadinanzattiva. Diabete: Tecnologie e farmaci innovativi ancora poco utilizzati

Il 40% dei cittadini con diabete segnala la sospensione delle visite specialistiche anche per un anno a causa della pandemia, il 53% non è inserito in un PDTA specifico, oltre l’86% paga di tasca propria sensori e dispositivi di ultima generazione per il monitoraggio della patologia o per eseguire visite ed esami.

Ci sono forti differenze tra Nord e Sud del Paese, ci si ammala di più se si appartiene a fasce di popolazione più disagiate, meno se si risiede in una regione del Nord, come Trentino e Veneto che registrano il numero minore di persone con diabete. La mortalità è più elevata al Sud.

Sono alcuni dei dati della II Indagine civica sul diabete “Disuguaglianze, territorio, prevenzione, un percorso ancora lungo”, presentata da Cittadinanzattiva con il contributo non condizionato di Medtronic Italia.

Oltre la metà degli intervistati segnala difficoltà ad ottenere terapie e/o dispositivi utili per la gestione della patologia. Il 90% degli intervistati segnala limiti nella prescrizione di strisce reattive, con marcate differenze tra Regione e Regione per quanto riguarda il tetto previsto per le differenti tipologie di pazienti: per i cittadini con diabete di tipo 1 si va dalle 25 strisce mensili garantite in Sicilia alle 250 di Abruzzo, Molise e Toscana, dove si arriva a garantirne 300 per i pazienti al di sotto dei 18 anni.

Anche i pazienti con diabete di tipo 2 in terapia insulinica basale segnalano limiti mensili di 25 strisce nelle Marche, in Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Veneto, Trentino-Alto Adige.

Secondo quanto rilevato dall’indagine, Insulina e farmaci orali si confermano le terapie più diffuse tra gli intervistati, prescritti nel 73% dei casi con piano terapeutico (il cui rinnovo è segnalato come burocratico, frammentato e con troppe autorizzazioni dal 20% degli intervistati). Poco prescritti ancora i farmaci appartenenti alle classi più innovative e, soprattutto, con grandi differenze da Regione a Regione.

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