Consiglio Nazionale Fofi. Mandelli: farmacia, elemento cardine del nuovo modello di assistenza di prossimità
“Oggi possiamo senza tema di smentita affermare che questa visione centrata soltanto sul farmaco è stata superata e nessuno può negare che abbiamo un ruolo nel processo di cura e nelle attività di prevenzione, che siamo parte integrante di quello schema di assistenza territoriale che, per usare le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi, vede la ‘casa come luogo principale di cura’ e nel quale il nostro modello della farmacia dei servizi è un pilastro fondamentale, per le prestazioni che può offrire al suo interno così come al domicilio del paziente”.
È quanto ha affermato Andrea Mandelli, presidente della Fofi nella sua relazione presentata al Consiglio Nazionale Fofi.
“Non si può tacere che l’emergenza Covid ha impresso una forte accelerazione a questo cambiamento che abbiamo tenacemente perseguito. Ormai si è fatta strada la convinzione che, come abbiamo documentato già la scorsa estate, la nostra professione abbia un’importanza e possa dare un contributo fondamentale per superare l’emergenza: nel territorio, negli ospedali, nelle strutture del SSN”, ha continuato Mandelli.
“Se il rapporto dell’Aifa sull’uso dei medicinali durante il lockdown conclude che non si è mai interrotta l’assistenza farmaceutica né la disponibilità nelle strutture di ricovero di farmaci e dispositivi, può farlo perché i farmacisti di comunità e quelli ospedalieri non hanno mai smesso di operare con il massimo impegno, proseguendo tra l’altro, con ancora maggiori difficoltà, la battaglia quotidiana per far fronte al fenomeno dei medicinali mancanti e indisponibili”.
“E non ho certo timore a rivendicare che se la farmacia dei servizi fosse stata una realtà pienamente operativa, la risposta all’emergenza, soprattutto per i pazienti non Covid, per i malati cronici, sarebbe stata di gran lunga più incisiva”, ha sottolineato.
“A questo riconoscimento si accompagnano ad altri importanti risultati raggiunti sul piano legislativo. Come le norme, inserite nell’ultima legge di Bilancio, che danno al farmacista la possibilità di eseguire direttamente il prelievo di sangue capillare, indispensabile per l’esecuzione dei test di prima istanza come è logico che sia – ha puntualizzato Mandelli – quando la prima difficoltà che incontrano i pazienti nell’uso degli autotest risiede proprio nell’uso del pungidito; di effettuare i test sierologici e tamponi rapidi; di praticare, a titolo sperimentale, quest’anno vaccinazioni in farmacia”.
“Con questi provvedimenti – ha evidenziato – si sono superate disposizioni di legge anacronistiche che, come non ci siamo mai stancati di fare presente, facevano riferimento addirittura a decreti del Regno d’Italia, quando nemmeno esistevano farmaci e metodiche che oggi fanno parte delle procedure standard dell’assistenza di primo livello”.
“Non si può sbagliare – ha infine esortato Mandelli -. Se vogliamo essere al centro del riassetto della sanità territoriale, se vogliamo essere un elemento cardine del nuovo modello di assistenza basato sulla prossimità, è necessario che alla nostra professione siano affidate anche prestazioni che hanno un’immediata valenza nella realizzazione degli obiettivi di salute pubblica ai quali il decisore politico presta la massima attenzione, e le campagne vaccinali e di screening sono al primo posto in questo senso. Anche in questa prova, dunque, non possiamo permetterci errori o sbavature”.