Covid. Differenze tra i vaccini a vettore virale e quelli a mRNA

Nonostante si parli molto dei vaccini anti covid, non c’è ancora chiarezza su come funzionano e cosa differenzia l’uno dall’altro.

Principalmente i vaccini si dividono in due categorie: a vettore virale come i Vaccini Vaxzevira di AstraZeneca e Janssen di Johnson&Johnson; a mRNA come i vaccini Pfizer e Moderna.

Un vaccino a vettore virale utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, non più in grado di replicarsi, come vettore DNA per fornire le istruzioni per sintetizzare nel nucleo delle cellule umane la proteina spike di SARS-CoV-2. Una volta prodotta, la proteina può stimolare una risposta immunitaria specifica, sia anticorpale che cellulare. La tecnologia è la stessa alla base del primo vaccino approvato per Ebola alla fine del 2019.

Mentre nei vaccini a mRNA vengono utilizzate delle molecole di RNA messaggero (mRNA) modificato che, come dice l’espressione stessa, consegnano alla cellula un ‘messaggio’ per sintetizzare, nel caso specifico, la proteina Spike del Covid-19.

Entrato nella cellula, dunque, il vaccino fornisce a questa le istruzioni necessarie per la sintesi della Spike, attivando i linfociti T del sistema immunitario, che a loro volta trasmettono ai linfociti i B l’ordine di sintetizzare anticorpi. Dopo aver consegnato il messaggio, l’mRNA si degrada naturalmente.

Il vaccino è un farmaco che stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi, deputati a combattere i microrganismi causa di malattia. In pratica, quando ci vacciniamo, il nostro corpo reagisce come se stesse affrontando un’infezione, senza tuttavia averla contratta.

La vaccinazione lo rende cioè capace di riconoscere, attraverso lo sviluppo della memoria immunologica, l’agente estraneo contro cui il vaccino è diretto e di innescare una risposta immune. Molto più velocemente di quanto avverrebbe in risposta a una infezione naturale in una persona che non abbia precedentemente contratto la malattia.

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