
Covid. I pediatri italiani favorevoli al vaccino per la fascia di età 5-11
“La Società Italiana di Pediatria condivide la recente autorizzazione da parte dell’FDA del vaccino Covid-19 per la fascia di età 5- 11, quale ulteriore e valido strumento di prevenzione dell’infezione e della diffusione del virus pandemico all’interno di tale fascia di popolazione”.
È quanto si legge in una nota diffusa Società italiana di pediatria e dall’Associazione ospedali pediatrici italiani.
Inoltre, la SIP auspica che al più presto gli organi regolatori europei e nazionali possano permettere ai bambini italiani di beneficiare di tale intervento preventivo e offre la propria ulteriore disponibilità nel rendersi parte attiva per l’implementazione della strategia vaccinale Covid-19 anche per la fascia di popolazione pediatrica 5-11 anni, sostenendo le famiglie nel garantire ai propri figli un’offerta vaccinale in linea con le raccomandazioni nazionali ed internazionali.
Da un confronto con i dai dati pubblicati dall’ISS il 25 agosto, emerge che in poco più di due mesi, per la sola fascia di età 6-10 anni, c’è stato un incremento pari a Ϯ4.398 casi; oltre all’aumento dell’incidenza dei casi in tutte le fasce di età, si rileva, in particolare un’incidenza più elevata nella popolazione di età < 12 anni, attualmente non eligibile per la vaccinazione. Sip e Aopi raccomandano vivamente la collaborazione attiva delle famiglie per continuare a mettere in atto gli interventi di contenimento dei casi (es. rispetto della quarantena) oltre al rigoroso rispetto delle misure e dei comportamenti raccomandati (utilizzo delle mascherine, distanziamento fisico ed igiene delle mani) finalizzati a limitare l’ulteriore aumento della circolazione del virus Sars-Cov-2 e degli altri virus respiratori. Oltre che per la fascia adolescenziale, i pediatri confidano anche per quella pediatrica, nel raggiungimento e mantenimento degli alti livelli di copertura vaccinale, quali validi interventi preventivi, finalizzati a scongiurare ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus pandemico sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità.