Distribuzione intermedia dei farmaci: nella manovra misure vitali per la sopravvivenza del settore
I distributori intermedi di farmaci in Italia ricevono finalmente l’attenzione necessaria nel disegno di legge di bilancio, con misure di sostegno che potrebbero risollevare un settore essenziale ma spesso trascurato.
Antonello Mirone, Presidente di Federfarma Servizi, e Walter Farris, Presidente di ADF, sottolineano l’importanza di questi interventi, che mirano a rafforzare l’intera filiera farmaceutica, garantendo la continuità dei servizi ai cittadini.
Nella manovra, il governo prevede un aumento dello 0,65% della remunerazione sui farmaci di classe A, oltre a un contributo aggiuntivo di 5 centesimi per confezione per gli anni 2026 e 2027.
“È urgente sostenere la distribuzione intermedia, che è un anello essenziale, ma fragile, nella filiera del farmaco,” dichiara Mirone, sottolineando come una mancata tutela della distribuzione intermedia possa generare gravi ripercussioni su tutto il sistema sanitario e sulla disponibilità dei farmaci per i cittadini.
Farris esprime il suo apprezzamento per la nuova consapevolezza dell’esecutivo: “Le nostre aziende, da anni sottoposte a una remunerazione inadeguata e gravate da costi in continua crescita, sono vicine a un punto di rottura.”
Senza questo supporto, secondo Farris, i distributori si vedrebbero costretti a ridurre i servizi, con impatti negativi sull’intera filiera e sui pazienti.
Da tempo, la distribuzione intermedia opera con margini estremamente ridotti, che non coprono nemmeno i costi operativi. I distributori di farmaci di classe A ricevono solo il 3% del prezzo del farmaco, una percentuale ritenuta insostenibile: ogni confezione consegnata alle farmacie genera infatti una perdita di oltre 25 centesimi per i grossisti. Secondo dati dell’Università Sapienza di Roma, tra il 2009 e il 2019 i distributori hanno subito una riduzione del 70% dei margini sui farmaci di classe A, dovuta a vari fattori, tra cui il calo dei prezzi dei farmaci e le nuove modalità di distribuzione, come quella diretta ospedaliera.
L’aggravarsi della situazione, acuito anche dalla pandemia, ha posto i distributori di fronte a una “policrisi” che include aumento dei costi energetici, inflazione e tassi d’interesse crescenti.
Il rischio di un collasso diventa così concreto, soprattutto per le zone rurali e periferiche, che potrebbero subire riduzioni del servizio di distribuzione farmaceutica, un’eventualità che metterebbe a rischio la continuità delle forniture.
In questo scenario, Mirone e Farris auspicano che la proposta di legge ottenga un ampio consenso, assicurando una marginalità che permetta ai distributori intermedi di continuare a svolgere il loro ruolo cruciale.
Entrambi i presidenti si appellano alle istituzioni affinché garantiscano la sostenibilità del sistema, sostenendo i grossisti nella loro missione di assicurare medicinali sempre disponibili nelle farmacie, a beneficio di tutto il sistema sanitario e dei pazienti in Italia.