Farmaci biosimilari, il Piemonte regione virtuosa per consumi

I farmaci biosimilari rappresentano un’opportunità per contribuire alla sostenibilità del sistema sanitario, mantenendo invariate le opportunità terapeutiche a disposizione dei pazienti, e sono una grande opportunità anche per creare sostenibilità e garanzia di accesso all’innovazione stessa.

Il Piemonte è tra le grandi regioni del Nord quella più virtuosa con il 57,6%, secondo l’ultimo position paper. Il Nord utilizza più farmaci biosimilari del Centro e del Sud in una media del 50% a livello nazionale, sotto l’Umbria si scende sotto il 50%, fino ad arrivare al Sud in cui le regioni si mostrano meno virtuose nell’utilizzo di questi farmaci. Ma esistono alcune criticità e a portarle all’attenzione sono le associazioni dei pazienti nel corso del webinar di Motore Sanità:
“Biosimilari, una soluzione concreta a garanzia dell’equità e dell’accesso sostenibile alle cure. Piemonte”.

Le difficoltà che incontrano pazienti reumatici – che in Piemonte sono il 7% della popolazione – quando hanno a che fare con i farmaci biosimilari sono:
– ritornare dal medico prescrittore per modificare il piano terapeutico;
– lo switch;
– ottenere la dispensazione del farmaco prescritto dal clinico;
– ottenere una vera medicina di prossimità e il giusto riconoscimento dell’invalidità derivante dalla patologia e riuscire ad avere un adeguato monitoraggio della malattia.

A questo si aggiungono ansie, timori e difficoltà che non sono mai state tenute in considerazione, secondo le Associazioni pazienti, e l’autonomia prescrittiva del medico è stata spesso condizionata da linee di indirizzo regionali e locali.

 

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