
Farmacista di reparto nelle Aziende Sanitarie. La proposta di una Consigliera regionale sarda
Carla Cuccu Consigliera dei 5 Stelle in Sardegna, ha presentato un’interpellanza al Consiglio Regionale sardo, con la quale chiede l’introduzione del Farmacista di Reparto.
“La sicurezza dei pazienti – sostiene la Cuccu nell’interpellanza- è uno degli obiettivi prioritari del Servizio Sanitario, che si colloca nella prospettiva di un complessivo miglioramento della qualità delle cure. Per raggiungerla, è necessaria un’interazione delle molteplici componenti che agiscono nel sistema e l’adozione di pratiche di governo clinico, tali da porre i bisogni dei cittadini al centro della programmazione e gestione dei servizi sanitari, valorizzando nel contempo il ruolo e la responsabilità di tutte le figure professionali che operano in sanità”.
Il ruolo in questione in Paesi come Spagna, Regno Unito, Germania e Francia, ma anche negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e Nuova Zelanda,
è coperto dal “Farmacista di Reparto”, da tempo una realtà in corsia, inserito in un team multidisciplinare accanto al medico e ad altre figure professionali, al fine di intervenire efficaciemente sulla logistica e sull’appropriatezza prescrittiva, per ottimizzare le risorse e ridurre il rischio clinico.
In Italia le prime esperienze di farmacia clinica di reparto sono state condotte all’Ismett di Palermo dal 1999 e all’AOU San Giovanni Battista di Torino dal 2004. L’obiettivo, assicurare l’appropriatezza terapeutica, la sicurezza e la personalizzazione delle terapie, la sostenibilità economica e l’approccio multidisciplinare e multiprofessionale alla cura del paziente.
Con il tempo, a queste prime esperienze italiane se ne sono aggiunte altre che, seppure non strutturate, sono state talmente positive da indurre il Ministero della Salute ad avviare nel 2010 un progetto pilota, affidato alla SIFO. Lo scopo era quello di sperimentare questa figura in cinque Dipartimenti di Oncologia ed Ematologia, in cui sono utilizzati trattamenti ad alto costo che richiedono monitoraggio intensivo (l’AOU San Giovanni Battista di Torino (Le Molinette) – Molinette; l’Istituto Oncologico Veneto IRCCS; l’AOU Ospedali Riuniti di Ancona; l’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” – IRCCS Ospedale Oncologico di Bari e l’Ospedale “San Vincenzo” di Taormina dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina).
Realizzare pertanto un modello di riferimento da applicare in Italia e avviare l’introduzione del farmacista di dipartimento in tutte le Aziende Sanitarie italiane.
“Il farmacista clinico di reparto, – dichiara Coccu- coinvolto a pieno titolo nel percorso terapeutico, con la sua attività di supporto logistico, assistenziale e clinico in collaborazione con il personale medico e infermieristico, porta – come ampiamente dimostrato attraverso la sperimentazione – significativi vantaggi sia ai pazienti, in termini di sicurezza e maggiore consapevolezza delle cure cui si sottopongono, sia al Servizio Sanitario in termini di risparmio, grazie a un utilizzo più efficiente delle risorse. Per attuare un governo clinico efficace dei processi assistenziali- conclude Coccu- occorre puntare sull’integrazione tra le conoscenze. La presenza costante nei reparti del farmacista clinico consente una verifica attenta dell’appropriatezza terapeutica delle prescrizioni in termini di sicurezza, dosaggio e tossicità, al fine di garantire un servizio assistenziale di alta qualità e contenere i costi”.