Fibrillazione atriale. L’uso di statine subito dopo la diagnosi protegge da ictus e eventi vascolari

Un nuovo studio di coorte, presentato a Barcellona durante il convegno annuale dell’European Heart Rhythm Association, ha dimostrato che nei pazienti con fibrillazione atriale l’avvio di una terapia con statine subito dopo la diagnosi si è rivelato protettivo contro l’ictus e gli eventi vascolari correlati.

In particolare, l’uso di statine è stato associato a minori rischi di ictus ischemico o embolia sistemica, ictus emorragico e attacco ischemico transitorio, indipendentemente dal fatto che i pazienti stessero assumendo anche farmaci anticoagulanti.

Gli studiosi hanno analizzato i dati di 51.472 pazienti con AF di nuova diagnosi tra il 2010 e il 2018. La popolazione è stata divisa in utilizzatori di statine (n = 11.866), definiti come pazienti che avevano assunto tali farmaci per almeno 19 giorni consecutivi nel primo anno dopo la diagnosi di AF, e non utilizzatori di statine (n = 39.606), in base al fatto che fosse o meno stata prescritta loro una terapia statinica dopo la prima diagnosi di AF.

L’età media della coorte era di 74,9 anni e il 47,7% di questa era costituita da donne. I ricercatori hanno utilizzato metodi statistici per bilanciare le covariate basali tra i due gruppi. Gli esiti primari erano ictus ischemico o embolia sistemica, ictus emorragico e attacco ischemico transitorio. Il follow-up mediano è stato di 5,1 anni.

L’uso di statine è stato associato, rispetto al non uso, a un rischio significativamente più basso di tutti gli esiti. Gli utilizzatori di statine avevano un rischio ridotto del 17% di ictus ischemico o embolia sistemica, del 7% di ictus emorragico e del 15% di attacco ischemico transitorio (TIA).

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