Gizzi, Assofarm: la Farmacia ha perso la remunerazione?
“Il latte sembra versato, speriamo di non dover piangere troppo”: sono queste le prime parole del presidente di Assofarm Venanzio Gizzi sull’assenza, nel recente Decreto Milleproroghe, di ogni riferimento all’articolo 15, comma 2, della legge 135/2012. Provvedimento che, in mancanza di accordi tra tutti gli attori della filiera del farmaco, conferisce ai Ministeri della Salute e dell’Economia, in intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni, di definire autonomamente i nuovi parametri della Remunerazione del farmacista.
“Proprio per tale motivo negli ultimi mesi del 2017 abbiamo lanciato un appello alla filiera affinchè non si perdesse l’occasione di essere protagonisti e partecipi del proprio destino. Tale appello non riscontrò l’interesse dovuto” continua Gizzi.
La vicenda è nota. Un primo accordo di fine 2012 tra Aifa e sigle della filiera venne respinto dal Ministero dell’Economia a ridosso della scadenza dei termini. Fu quest’ultimo fatto a giustificare una prima deroga, poi ripetutasi negli anni successivi trascorsi in un valzer di rinvii, altre proposte seguite da nuovi alt ministeriali. Fino ad oggi.
Per Assofarm, che già nel 2006 aveva portato all’attenzione delle istituzioni e delle altre organizzazioni della distribuzione del farmaco il tema di una diversa remunerazione del farmacista non più stabilita totalmente in percentuale sul fatturato ma improntata sul “fee for services”, però, la cronaca degli eventi nasconde una sotterranea mancanza di volontà della filiera di giungere ad una accordo col Governo sul tema più strategico per il rilancio della farmacia.
Troppo spesso la farmacia italiana tira a campare, accontentandosi di quel poco che ha oggi invece di affrontare la sfida e i rischi del rinnovamento.
Atteggiamento che, se colto dalle controparti istituzionali, potrebbe avere effetti pesanti in futuro.
È infatti difficile immaginare che una farmacia vista come mancante di intraprendenza e senso di responsabilità possa giocare un ruolo rilevante nel prossimo rinnovo del Patto per la Salute così come nella nuova governance del farmaco voluta dal Ministro Grillo.
“A questo punto ci rimangono due uniche opzioni – conclude Gizzi – la prima è quella di attendere passivamente di che morte morire. La seconda è un repentino e assai tardivo cambio di atteggiamento da parte nostra confidando sulla sicura e dimostrata sensibilità sull’argomento della nuova dirigenza di Federfarma: troviamoci tutti quanto prima, dichiariamo una disponibilità al confronto inevitabilmente accompagnata da una severa autocritica, magari in sede di Convenzione dove la remunerazione dovrà necessariamente essere trattata, in un unico tavolo con la dovuta importanza, all’interno dell’accordo e confidiamo nella sensibilità del Governo e delle Regioni. Spero che, ora che non abbiamo più un anno davanti, qualcuno risponda a questo ulteriore appello”.