Il covid può manifestarsi anche attraverso alterazioni cutanee
Uno studio tutto italiano, condotto con il supporto della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), ha dimostrato che il Covid 19 ha anche altre strade attraverso cui manifestarsi: per esempio la pelle, con apparenti “banali” alterazioni cutanee. Quindi, non solo tosse, febbre, bronchite o polmonite.
Gli esperti hanno individuato 6 fenotipi cutanei che possono essere correlati al COVID-19: 1) un quadro clinico simile all’orticaria, 2) un’eruzione morbilliforme sia agli arti che al tronco; 3) una reazione cutanea tipo varicella; 4) presenza di lesioni tipo geloni; 5) livedo reticularis, simile ad ecchimosi da trauma; 6) vasculite, con un colorito rosso vinoso e possibile formazione di ulcere sugli arti inferiori.
“Fin dall’inizio della pandemia COVID-19 – afferma la Professoressa Ketty Peris, Presidente SIDeMaST e Direttrice dell’U.O.C. di Dermatologia del Policlinico Gemelli di Roma – SIDeMaST si è attivata portando avanti diversi studi scientifici focalizzati su malattie cutanee ed infezione SARS-CoV2 e svolgendo numerose attività di supporto per i pazienti affetti da malattie della pelle. Lo studio coordinato dal Professor Marzano è particolarmente interessante perché conferma che la cute può essere spia di una infezione da Sars-CoV-2″.
“Per questo motivo, è fondamentale controllare ancora di più la nostra pelle, perché potrebbe metterci in guardia ed avvisarci preventivamente su quello che accade nel nostro organismo, dandoci la possibilità di muoverci in anticipo e aiutarci a fare una diagnosi precoce della malattia ed anche evitare possibili ulteriori contagi”, continua Peris.
Lo studio è stato condotto su 200 pazienti in tutta Italia. “La durata media delle manifestazioni cutanee osservata – afferma Marzano – è stata di 12 giorni; quella dei geloni era di 22 giorni. Inoltre, abbiamo rilevato che i geloni erano il sintomo prevalente tra i giovani ed erano associati ad una manifestazione quasi sempre asintomatica del virus, mentre tutti gli altri fenotipi erano collegati ad una forma più o meno severa”.
“A questo proposito – prosegue Marzano -, due importanti lavori internazionali avevano dato come assunto il fatto che le lesioni della pelle più gravi fossero correlate ad una forma più grave di Coronavirus. Una corrispondenza che invece, in base ai nostri studi, non esiste: non c’è correlazione diretta tra gravità della manifestazione cutanea e quella della malattia da Sars-CoV-2. Piuttosto, una correlazione esiste tra aumento dell’età e aumento della gravità della malattia”.
Secondo l’esperto bisogna, quindi, prestare particolare attenzione a dei segnali precisi che compaiono sulla pelle: un’apparente orticaria, un eritema molto esteso, una improvvisa vasculite, ecchimosi e geloni vanno considerati tutti possibili spie della malattia che devono indurci a fare un tampone.