Il Ssn compie 40 anni. Report della Fondazione GIMBE

In occasione dei 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale, la Fondazione GIMBE ha realizzato il report “Il Servizio Sanitario Nazionale nelle classifiche internazionali” che, oltre ad effettuare una revisione sistematica e un analisi critica delle classifiche internazionali, identifica punti di forza e criticità del nostro Ssn per tutti gli indicatori dell’OCSE, il sistema più aggiornato e completo per valutare le performance dei sistemi sanitari. “Al fine di verificare dove si colloca realmente il Ssn nel confronto con gli altri Paesi – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – abbiamo condotto una revisione sistematica e un’analisi metodologica degli strumenti elaborati da otto organizzazioni internazionali per valutare l’affidabilità delle varie classifiche, da cui emergono alcune raccomandazioni chiave per il loro utilizzo nel dibattito pubblico e, soprattutto, nelle comunicazioni istituzionali”. “La classifica dell’Organizzazione mondiale della sanità – continua Cartabellotta – pubblicata nel 2000 utilizzando dati del 1997, continua ad essere utilizzata per decantare il secondo posto del nostro Ssn. Ma oggi riveste solo un valore storico e non dovrebbe più essere citata”. “La classifica Bloomberg misura esclusivamente l’efficienza dei sistemi sanitari. Mette in relazione l’aspettativa di vita con la spesa pro-capite, sovrastimando la qualità del nostro Ssn (terzo posto). Sia perché la longevità dipende soprattutto da altre determinanti della salute, sia perché la riduzione della spesa sanitaria ci ha permesso di scalare la classifica. Euro health consumer index, è una classifica molto affidabile. Sia per l’aggiornamento annuale, la valutazione multidimensionale, la considerazione del punto di vista del cittadino-paziente e l’identificazione di specifiche aree di miglioramento. Qui il nostro Ssn si colloca al ventesimo posto su 35 Paesi europei (nel 2006 era undicesimo su 26 paesi). Il sistema dell’Ocse –aggiunge il presidente – è il più completo e aggiornato. Infatti non elabora alcuna classifica, ma permette di identificare la posizione del nostro Ssn rispetto agli altri Paesi per 76 indicatori raggruppati in nove categorie”. “Abbiamo analizzato performance e posizione dell’Italia per tutti gli indicatori OCSE – puntualizza il Presidente – elaborando per ciascuna delle 9 categorie una tabella che riporta per ogni indicatore la posizione in classifica dell’Italia, il dato nazionale e la media OCSE”. Secondo l’analisi di Gimbe, siamo in 4a posizione per aspettativa di vita alla nascita, ma in fondo alla classifica per mortalità cerebrovascolare (25°) e tumore (26°) e per basso peso alla nascita (29°). L’Italia conquista la 3a posizione per consumo giornaliero di frutta negli adulti e la 4a per bassa incidenza di sovrappeso o obesità negli adulti, ma emerge in tutta la sua gravità il peggioramento degli stili di vita nelle nuove generazioni: 28° posto per attività fisica moderata/intensa quotidiana negli adolescenti e 30° per percentuale di adolescenti fumatori. Per quanto riguarda l’accesso alle cure, l’Italia risulta Ai primi posti per tempi di attesa per intervento di cataratta (2°), protesi di ginocchio (3°) e d’anca (4°); al 20° posto per incidenza della spesa sanitaria out-of-pocket sui consumi totali delle famiglie. L’Italia conquista il podio per diversi indicatori: basso numero di ricoveri per diabete negli adulti (1° posto), bassa percentuale di ritenzione di materiale estraneo durante interventi chirurgici (1°), bassa percentuale di traumi ostetrici (2°), basso numero di ricoveri per asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva negli adulti (2°), bassa mortalità a 30 giorni dopo ricovero per infarto del miocardio (2°), bassa percentuale di amputazione degli arti inferiori in pazienti diabetici adulti (3°). Siamo in fondo alla classifica per diverse vaccinazioni in età pediatrica, come epatite B (22°), difterite, tetano e pertosse (31°) e morbillo (44°); per mortalità per carcinoma della mammella e del colon-retto (24°), per prescrizioni di antibiotici (28°) e per leucemia in età pediatrica (32°). Il Belpaese è sotto la media Ocse per la maggior parte degli indicatori, occupando il fondo della classifica per percentuale di medici di 55 anni e più (30° posto), per numero di laureati in scienze infermieristiche (31°) e per rapporto medici/infermieri (35°). Siamo al quarto posto per disponibilità di apparecchiature per la risonanza magnetica (ma non rendiamo noto il numero di esami effettuati), in fondo alla classifica per tagli cesarei (27°) e degenza media del ricovero ospedaliero dopo infarto del miocardio (30°). Conquistiamo la quarta posizione per farmacisti occupati, ma occupiamo il fondo alla classifica (26°) per utilizzo di farmaci equivalenti. A fronte di posizioni eccellenti per aspetti demografici (2° posto per percentuale di popolazione ≥65 anni e ≥80 anni), precipitiamo al 20° per aspettativa di vita in buona salute a 65 anni, al 21° per limitazioni nelle attività della vita quotidiana in 65enni e over, al 24° per la percentuale di coloro in questa fascia d’età che percepiscono uno stato di salute buona o ottima, al 28° per posti letto in strutture per la long term care e al 43° per elevata prevalenza della demenza. “Le nostre analisi – conclude Cartabellotta – dimostrano che non è più tempo di illudersi utilizzando in maniera opportunistica le prestigiose posizioni del nostro Ssn riferite a classifiche obsolete (2° posto Oms), oppure che mettono in relazione l’aspettativa di vita con la spesa sanitaria pro-capite (3° posto Bloomberg). Piuttosto, grazie al completo e aggiornato sistema Ocse, occorre individuare le criticità e predisporre le azioni di miglioramento per allinearsi a standard internazionali”.

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