Influenza: picco contagi previsto per le feste natalizie, ma mancano le medicine in farmacia

Dopo due anni in cui l’influenza è circolata poco o per nulla, sopraffatta dalle misure di protezione individuale e dalle altre disposizioni adottate per limitare la diffusione del Covid, quest’anno le infezioni respiratorie tipiche della stagione fredda sono tornate a diffondersi con maggior forza e ben in anticipo rispetto al passato. Secondo i dati statistici la curva dei contagi risulta infatti tra le più alte degli ultimi dieci anni: sono circa 4 milioni e mezzo gli italiani già colpiti da sindromi influenzali, tra cui spicca la cosiddetta “australiana“, ed il numero è destinato ad aumentare con un picco atteso proprio durante le festività natalizie, alcune settimane prima del classico picco di gennaio-febbraio.

“I casi di influenza certificati finora sono già moltissimi. Rispetto al passato, quando l’influenza era più ‘diluita’ nel tempo, quest’anno il numero di casi è cresciuto moltissimo in poche settimane e a fine inverno rischiamo di superare i 10 milioni di persone ammalate, anche se molto dipenderà dalle condizioni meteo e dal prolungarsi delle basse temperature” – afferma il Prof. Fabrizio Pregliasco, Direttore scientifico di Osservatorio Influenza, Professore Associato di igiene generale ed applicata presso la sezione di Virologia del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’università degli studi di Milano e Direttore Sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi.

Il pericolo quest’anno è inoltre quello di una sovrapposizione di infezioni. La circolazione del virus del Covid oggi è sicuramente più contenuta, i casi sono di meno e in generale meno severi e questo per due motivi principali: da un lato le varianti si sono ‘ammorbidite’, dall’altro sono tante le persone che si sono già infettate e che si sono vaccinate.

Gli fa eco la Società Italiana di Medicina Generali: “L’influenza stagionale, denominata ‘australiana’, è il secondo virus più diffuso nel mese di dicembre 2022 dopo il SARS-CoV-2 – spiega il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – I virus influenzali più diffusi sono quelli del tipo A. Alla 50ma settimana è stato verosimilmente raggiunto il picco stagionale, con numeri più elevati rispetto alle ultime 14 epidemie influenzali stagionali e con un anticipo di qualche settimana rispetto agli altri anni. Analizzando le serie storiche degli ultimi 14 anni, si nota infatti che il picco veniva in genere raggiunto alla 52ma settimana dell’anno di inizio (fine dicembre) o, più spesso, tra la quinta e la settima settimana dell’anno successivo (tra fine gennaio e inizio febbraio). Non ci sono solo influenza e COVID-19, ma numerosi altri virus stanno circolando e provocano sintomi simili a quelli influenzali, anche se spesso con caratteristiche diverse – aggiunge il Prof. Cricelli – In particolare, i dati disponibili (fonte ISS) rilevano 157 ceppi virali (12%) riconducibili al virus Respiratorio Sinciziale V; 42 (3,2%) Rhinovirus; 12 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2; 12 virus Parainfluenzali; 7 Adenovirus; 2 Bocavirus; 1 Metapneumovirus. Tutti questi virus vengono spesso scambiati per influenza e danno la falsa impressione nei soggetti vaccinati di una mancata protezione. Può accadere inoltre di essere colpiti in momenti successivi da più virus: non si tratta in questo caso di un ritorno dell’influenza , ma per l’appunto di malattie differenti”.

Ad inasprire la situazione già piuttosto critica è la carenza, sempre più evidente, di farmaci per poter curare i sintomi legati alla respirazione o agli stati influenzali. In questi mesi, per colpa del sovrapporsi del covid ad influenza e raffreddori, in Italia, come nel resto dell’Europa, nelle farmacie stanno infatti scarseggiando alcuni antipiretici, antinfiammatori, mucolitici e sedativi per la tosse.
Parole che trovano conferma nelle dichiarazioni, al Resto del Carlino, del presidente di Federfarma Rimini Roberto Deluigi. “Ciclicamente le carenze si presentano, ma questa volta i prodotti indicati per le patologie stagionali stanno venendo meno in grandi proporzioni e con largo anticipo rispetto al solito. Mancano i principi attivi, soprattutto l’ibuprofene. Il comune Brufen – conclude Deluigi – è ormai introvabile e le scorte sono finite. Ma anche gli sciroppi per i bambini e altri medicinali essenziali”.

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