
Iqvia. Liberalizzazioni farmacie: quasi nulla è cambiato a due anni dalla legge sulla concorrenza
A due anni dall’entrata in vigore della legge sulla concorrenza che ha liberalizzato la proprietà delle farmacie si contano oltre 400 farmacie in mano a società di capitali con duemila addetti e un fatturato di 700 milioni: in pratica il 2% delle 19mila farmacie italiane.
In altri termini, una buona parte delle aggregazioni spuntate dopo la 124/2017 non sembra avere ancora avviato quei processi virtuosi di mercato che secondo i manuali di economia d’impresa fanno la differenza tra grandi insegne e farmacie individuali.
È quanto suggerisce l’ultima analisi di Iqvia sulle catene di farmacie.
Secondo il Rapporto Iqvia, i numeri dicono che quasi nulla è cambiato tra prima e dopo l’approvazione della legge sulla Concorrenza: le farmacie indipendenti mantengono le stesse quote di mercato (otc 85%, pec 84%, nut 86% in lieve calo, pac 86%), quindi le catene non hanno tratto vantaggio dalla loro condizione per conquistare maggiori quote di mercato.
“Le due graduatorie – spiega Francesco Cavone, director Pharmacy & Consumer health offering di Iqvia – evidenziano forti differenze, che con ogni probabilità vanno ascritte a politiche commerciali che nelle farmacie organizzate sono gestite centralmente, con una negoziazione diretta catena-fornitore delle condizioni commerciali. È un processo che è soltanto agli inizi, ma in alcune aziende sono già comparsi i primi Key account manager, deputati a trattare con le centrali di acquisto delle insegne”.