IQVIA: un italiano su due non conosce l’antibiotico-resistenza

Un italiano su 2 non ha mai sentito parlare di antibiotico-resistenza e il 46% utilizzerebbe gli antibiotici anche per infezioni virali, quasi 8 su 10 affermano di aver utilizzato antibiotici negli ultimi 12 mesi e, di questi, ben il 56% lo ha fatto per infezioni del tratto respiratorio superiore, come mal di gola/faringite, laringite e tonsillite, condizioni prettamente di origine virale dove, spesso, non sono necessari.

È quanto ha rilevato una ricerca sull’utilizzo degli antibiotici da parte degli italiani e alla loro conoscenza e sensibilità sull’antibiotico–resistenza svolta da Iqvia, in collaborazione con Reckitt.

L’indagine, che evidenzia una mancanza di consapevolezza, educazione e sensibilità circa un tema così rilevante, è stata condotta su un campione di oltre 1.300 soggetti e rappresentativo della popolazione italiana adulta – spiega una nota – e presentata in occasione della Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici che si celebra, quest’anno, dal 18 al 24 novembre.

Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, sconosciuta alla metà del campione, ha dati molto allarmanti. Ogni anno, in Italia muoiono circa 11 mila persone per infezioni che non possono essere curate a causa della resistenza agli antibiotici, mentre a livello mondiale, rispetto a questo problema, si stimano 10 milioni di morti ogni anno entro il 2050.

All’origine dell’uso inappropriato di un antibiotico può esserci una scarsa conoscenza circa le modalità corrette di utilizzo e l’assenza di una valutazione medica. Per curare le comuni infezioni delle vie respiratorie superiori, quelle di origine virale come ad esempio raffreddore, influenza e, nella maggior parte dei casi, il mal di gola, gli antibiotici molto spesso non sono necessari, proprio perché si tratta di infezioni sostenute da virus, contro i quali gli antibiotici non esplicano alcun effetto terapeutico.

L’uso frequente degli antibiotici porta infatti a sviluppare un adattamento di alcuni microrganismi che acquisiscono la capacità di sopravvivere, resistere e perfino proliferare, in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico, generalmente sufficiente a inibire o uccidere microrganismi della stessa specie, rendendo, così, l’azione dell’antibiotico inefficace.

Dall’indagine condotta da Iqvia emerge, inoltre, come il medico di medicina generale continui ad essere il punto di riferimento per il paziente per le informazioni (53%), ma preoccupa il dato che un italiano su 2 non abbia mai sentito parlare di antibiotico–resistenza.

In particolare, tra coloro che dichiarano di non averne sentito parlare, il 49% la definisce erroneamente e semplicemente come inefficacia dell’antibiotico, mentre il 45% non ritiene che questo fenomeno possa diventare un vero e proprio problema.

Dal report emerge, infine, la problematica sulla scarsa e poco diffusa consapevolezza circa le conseguenze di un’assunzione errata e non controllata dell’antibiotico, segnalata dal circa il 40% di coloro che assumono gli antibiotici per il mal di gola senza conoscere i rischi di un uso improprio: credono che si possa assumere senza un particolare controllo e senza esami approfonditi sull’origine dei sintomi.

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