
La farmacia di comunità fa risparmiare il SSN: i dati ufficiali dell’AIFA
La distribuzione in farmacia dei farmaci per il diabete a base di gliptine ha prodotto un risparmio di 9,7 milioni di euro nel 2024. Oltre ai vantaggi economici, si segnalano benefici per i pazienti in termini di accessibilità e semplificazione.
Il trasferimento di farmaci dalla distribuzione diretta o per conto alla dispensazione in farmacia attraverso il normale regime convenzionale sta generando risultati positivi sia sul fronte economico che su quello dell’accessibilità per i pazienti.
A certificarlo sono i dati ufficiali dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), l’autorità competente in materia di classificazione dei farmaci e valutazione del loro impatto sulla salute pubblica e sui costi sanitari.
Secondo l’analisi condotta dall’AIFA – e non da organismi di parte – il passaggio al regime convenzionale dei farmaci per il trattamento del diabete a base di gliptine ha comportato un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale pari a 9,7 milioni di euro per l’anno 2024.
Questi dati coincidono con quelli registrati da Federfarma, a ulteriore conferma della validità del processo.
Il trasferimento ha avuto un impatto positivo anche sulla gestione complessiva della spesa farmaceutica: spostando questi medicinali dal contenitore della spesa diretta – caratterizzato da continui sforamenti rispetto ai margini fissati per legge – a quello della convenzionata – che presenta strutturalmente margini economici di operatività e si trova costantemente al di sotto del tetto di spesa previsto – si è ottenuta una riduzione del peso del payback farmaceutico, al cui ripiano, per legge, devono contribuire sia le aziende farmaceutiche che le regioni.
Il passaggio alla dispensazione in farmacia ha inoltre ridotto significativamente il fenomeno delle indisponibilità dei farmaci. Questo grazie a un più accurato approvvigionamento tramite gli acquisti effettuati direttamente dalle farmacie, rispetto a quelli gestiti dalle centrali di acquisto delle Aziende Sanitarie. I dati sull’andamento dei consumi evidenziano anche una maggiore appropriatezza nella prescrizione e nell’utilizzo dei farmaci.
Pur riconoscendo le legittime preoccupazioni delle amministrazioni regionali sulla necessità di contenere i profili di spesa, è importante sottolineare che sia la spesa farmaceutica per acquisti diretti che quella “convenzionata” sono destinate ad aumentare per ragioni strutturali.
La prima perché comprende l’acquisto di farmaci innovativi ad alto costo, impiegati in terapie di medio periodo e quindi particolarmente onerose.
La seconda perché si rivolge a una platea sempre più ampia di pazienti anziani, la cui aspettativa di vita si allunga proprio grazie a terapie di lungo periodo, spesso riferite a patologie diagnosticate precocemente.
L’unica alternativa all’innalzamento della spesa farmaceutica sarebbe non curare i pazienti, con conseguenze evidentemente inaccettabili.
Oltre ai benefici economici per il sistema sanitario, la misura ha notevolmente semplificato l’accesso ai farmaci per i pazienti cronici.
Questi possono ora ritirare i medicinali di cui hanno bisogno direttamente nella farmacia sotto casa, evitando di doversi recare più volte in farmacia: prima per prenotare il farmaco acquistato dalla ASL e poi per ritirarlo nei giorni successivi.
Il nuovo sistema rappresenta quindi un esempio virtuoso di come la riorganizzazione dei canali distributivi possa generare contemporaneamente risparmi per la spesa pubblica e miglioramenti nell’assistenza ai cittadini.