L’istanza di proroga dei termini per irreperibilità dei locali nella sede assegnata

Esiste un modello o fac-simile per una richiesta di proroga dei termini di apertura della farmacia che ci è stata assegnata? Comunque, la richiesta di proroga è lecita quando non vi siano locali disponibili nella sede assegnata?

Una richiesta di proroga del termine di sei mesi dall’assegnazione della sede per l’apertura della farmacia [termine che nel Lazio, sia pure soltanto agli assegnatari delle sedi a seguito del primo interpello, è stato in pratica concesso in dodici mesi] non soltanto è “lecita”, ma le Regioni tendono generalmente ad accoglierla.
Evidentemente, però, l’istanza va motivata proprio nei termini che il quesito indica, anche se è opportuno che alla richiesta sia allegata la perizia giurata di un professionista iscritto in Albo [un geometra può andar bene] che attesti l’inesistenza -naturalmente all’interno della porzione territoriale relativa alla sede assegnata – di locali disponibili e/o idonei all’esercizio di una farmacia. Un fac-simile/modello/modulo di richiesta, tuttavia, non è reperibile né una qualunque amministrazione ha mai progettato di predisporlo, ma per la verità non occorre una grande padronanza del vocabolario giuridico, o cose del genere, perché è sufficiente precisare le generalità e i recapiti degli istanti [i coassegnatari della sede], ovviamente i dati riguardanti la sede e l’indicazione delle ragioni su cui si fonda la richiesta di proroga, allegando infine, come detto, la perizia di un tecnico. In alcune circostanze [forse in troppe…] si è peraltro reso necessaria – dopo una o due proroghe infruttuose – una modifica della circoscrizione [non necessariamente un suo ampliamento] per la quale talora, specie nei comuni minori, la Giunta ha provveduto rapidamente e quasi ex tempore, indipendentemente cioè da un provvedimento di revisione della pianta organica, quel che invece è il percorso preferito dalle amministrazioni comunali più complesse.
(laura giordani)

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