Malattie infiammatorie croniche. Disponibile in Italia il primo farmaco biosimilare di adalimumab

È disponibile, da ieri in Europa e quindi in Italia, il primo farmaco biosimilare di adalimumab, per il trattamento negli adulti di gravi malattie infiammatorie croniche tra cui artrite reumatoide da moderata a severa, artrite psoriasica, spondilite anchilosante attiva grave, malattia di Crohn da moderata a severa e colite ulcerosa da moderata a severa.

Il biosimilare è anche autorizzato per il trattamento di patologie infiammatorie pediatriche come malattia di Crohn da moderata a severa (dai 6 anni in poi), psoriasi a placche severa (dai 4 anni in poi), artrite associata a entesite (dai 6 anni in poi) e artrite idiopatica giovanile poliarticolare (dai 2 anni in poi). La biosimilarità con adalimumab è stata comprovata sulla base di dati analitici, farmacocinetici e clinici, compresi i risultati di due studi di fase III condotti nei pazienti con psoriasi a placche da moderata a severa e in pazienti con artrite reumatoide da moderata a severa.

“I biosimilari rappresentano un’opportunità in quanto presentano un profilo di efficacia e di sicurezza sovrapponibile a quello dei biologici originatori ma consentono un risparmio di risorse”, dichiara Luigi Sinigaglia, Direttore Struttura Complessa di Reumatologia, ISST Gaetano Pini di Milano. “La nostra esperienza con i biosimilari è in generale positiva – evidenzia Sinigaglia – soprattutto nei pazienti naive, che non sono mai stati trattati in precedenza con farmaci biologici”.

“I pazienti hanno recepito il messaggio che i biosimilari sono vagliati con grande attenzione, prima di essere registrati per l’utilizzo – commenta Maurizio Vecchi, Direttore Unità Operativa Complessa Gastroenterologia ed Endoscopia, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – credo che importante sia la condivisione dei dati, l’impegno a controllare le buone premesse con dei registri di trattamento, la coscienza che il risparmio di risorse economiche può liberare spazio per l’accesso a terapie efficaci a più pazienti”.

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