Manovra 2024, Confindustria Dispositivi Medici: “Bloccare il Payback, 1 impresa su 5 a rischio fallimento immediato”
Un appello urgente arriva dal mondo dell’industria dei dispositivi medici: 1 impresa su 5 rischia il fallimento immediato a causa del meccanismo del payback, una misura che sta mettendo in ginocchio le aziende e compromettendo la qualità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Ad avanzare la richiesta è Nicola Barni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici, che, in un comunicato stampa, ha lanciato un grido d’allarme per il settore, invitando il Governo a intervenire tempestivamente nella Legge di Bilancio 2024.
Il Payback: Una minaccia per l’industria e per il SSN
Il meccanismo del payback, che prevede la restituzione da parte delle aziende produttrici di dispositivi medici delle somme eccedenti stabilite dalla spesa pubblica per il SSN, ha avuto effetti devastanti sulle imprese del settore.
Secondo una stima di Confindustria Dispositivi Medici, il payback ha messo in crisi circa il 20% delle imprese italiane, portandole al limite del fallimento. Alcune di esse, pur evitando un collasso immediato, sono destinate a uscire dal mercato nel breve periodo, compromettendo la competitività dell’intero comparto.
“Le conseguenze sono drammatiche: licenziamenti, famiglie e lavoratori lasciati nell’incertezza e l’impoverimento di una filiera strategica per la sanità pubblica”, ha sottolineato Barni.
L’impatto di questa misura non si limita alla perdita di posti di lavoro, ma ha anche ricadute gravi sulla capacità di innovazione delle aziende, con conseguenze dirette sulla qualità delle cure mediche e sull’accesso dei cittadini alle tecnologie essenziali.
Un settore a rischio e l’appello al Governo
Secondo Barni, il payback non solo minaccia il benessere delle imprese, ma sottopone l’intero SSN a un rischio di inefficienza e disuguaglianze nell’accesso alle cure.
L’industria dei dispositivi medici rappresenta un pilastro fondamentale per l’innovazione e la qualità delle prestazioni sanitarie in Italia, e senza il giusto sostegno rischia di trasformarsi in un comparto “ad alto rischio”.
Le previsioni più ottimistiche indicano che, a fronte di un numero crescente di fallimenti, molte aziende potrebbero essere costrette ad abbandonare il mercato italiano.
Questo scenario, secondo il presidente di Confindustria Dispositivi Medici, non solo mette a rischio i posti di lavoro e la competitività delle imprese, ma compromette la qualità delle cure mediche, aumentando il divario tra le regioni e aumentando i costi complessivi per il sistema sanitario.
“È l’ultima possibilità per il Governo di ascoltare il nostro appello urgente e passare alla storia come chi ha salvato la qualità del Servizio Sanitario Nazionale”, ha dichiarato Barni, ribadendo che questa è una questione di sopravvivenza per il settore e per il sistema sanitario nazionale.
La Proposta di Confindustria Dispositivi Medici
Il settore chiede al Governo di rimuovere il payback e di inserire nella Legge di Bilancio 2024 misure concrete per sostenere le imprese di dispositivi medici, tra cui una revisione del meccanismo di restituzione dei costi e un pacchetto di incentivi mirati all’innovazione e alla competitività. Senza questi interventi, le aziende rischiano di non poter neppure beneficiare di misure a sostegno dell’occupazione e delle imprese, come l’IRES premiale, attualmente discussa in manovra.
L’industria dei dispositivi medici chiede un intervento immediato per evitare che una misura economica, pur pensata per contenere la spesa sanitaria, finisca per compromettere un settore fondamentale per la salute pubblica e per l’economia italiana.
La palla passa ora al Governo, che ha l’opportunità di intervenire in tempo per evitare danni irreversibili e garantire la sostenibilità del SSN.