Medici veneti: “Se vaccinano i farmacisti, smettiamo di farlo noi”

Dopo l’accordo firmato il 28 aprile scorso tra Regione Veneto, Federfarma, Assofarm e FarmacieUnite e che prevede la somministrazione di 381mila dosi nelle farmacie venete, previa formazione dei farmacisti, i medici insorgono e minacciano di disertare le vaccinazioni.
La presa di posizione della Fimmg, l’associazione dei medici di famiglia, si allinea a quella della Fnomceo, la Federazione che rappresenta l’intera categoria e non ritiene i farmacisti idonei al ruolo di vaccinatori, senza la presenza del medico come stabilito dal recente DL Sostegni.

I camici bianchi rivendicano in primis il fatto che anamnesi, consenso informato, somministrazione e successiva osservazione, siano atti esclusivamente medici. I rappresentanti dei medici dopo un acceso scambio di opinioni hanno abbandonato l’incontro con i vertici regionali e i funzionari delle Aziende Sanitarie Locali e minacciato di sospendere i vaccini senza una modifica delle condizioni. Fra le ragioni dell’acceso confronto anche la remunerazione dei vaccini, fissata a 6,16 Euro per i medici e 10,50 Euro per i farmacisti.

In realtà, leggendo bene l’accordo (DGR n. 281 del 12 marzo 2021) si evince chiaramente che il compenso per i medici è di 6,16 in ambulatorio ma di € 18,90 a domicilio. Inoltre come si legge nel documento “A sostegno della complessità organizzativa conseguente alla situazione pandemica e per la durata della campagna vaccinale, viene riconosciuto un ulteriore compenso di € 2,50/assistito/anno”.

Da Federfarma Veneto fanno sapere che la remunerazione dei farmacisti è di 6 Euro  ai quali si aggiunge un rimborso di 4 euro (per l’acquisto di disinfettanti, guanti siringhe aghi, smaltimento rifiuti, costi per adeguamento DVR ecc.).

“In questo momento di grande sforzo collettivo, – dichiara il presidente di Federfarma Veneto Andrea Bellon– polemizzare tra categorie professionali è miope e denota anche una mancanza di senso di responsabilità. Le farmacie si sono messe a disposizione rispondendo all’appello del Governo: siamo di fronte alla più grande campagna di vaccinazione della storia del nostro Paese, anzi del mondo, e per la sua migliore riuscita è stato ribadito più volte che tutti devono offrire il proprio contributo. Questo è quello che stiamo facendo. Le farmacie possono infatti offrire una presenza capillare nel territorio, una in ogni quartiere, più degli studi medici, e con il vantaggio rispetto a questi di essere sempre aperti e ad accesso libero. Per alcune fasce di popolazione, soprattutto gli abitanti dei piccoli comuni lontani dai centri di vaccinazione, questo può essere un vantaggio importante. Ad oggi – continua Bellon–  in tutto il Veneto 800 farmacie hanno aderito all’accordo per la somministrazione delle vaccinazioni. Molti farmacisti hanno già ricevuto l’abilitazione, avendo completato il corso di formazione. Per la prossima settimana contiamo che cominci l’affiancamento agli operatori delle ULSS nei punti di vaccinazione. Questo Significa – conclude Bellon- che indicativamente entro il mese corrente saremo pronti a iniziare con le vaccinazioni in farmacia”.

Christian Petrelli

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