
Muschietti: Piattaforme webDpc e webCare, niente più figli e figliastri
“Un enorme passo in avanti nei rapporti tra farmacie pubbliche e private e Regione, che renderà migliore e più efficiente la già produttiva collaborazione esistente, a tutto vantaggio del servizio farmaceutico e dei cittadini veneti”.
Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, promuove senza riserve il decreto n.101 con il quale, lo scorso 10 agosto, la Regione Veneto ha razionalizzato le procedure di aggiudicazione delle gare per i servizi software indispensabili per “governare” l’assistenza farmaceutica e il servizio reso dalle farmacie sia attraverso la dispensazione dei farmaci (con particolare riguardo quelli importantissimi forniti al cittadino in regime di distribuzione per conto della Regione), sia l’assistenza integrativa di presidi, dispositivi e prodotti come, ad esempio, quelli per il diabete e per l’alimentazione speciale.
In particolare, il decreto supera, azzerandoli, gli accordi precedenti stretti con le associazioni di categoria delle farmacie convenzionate (segnatamente con Federfarma Veneto) e riporta la palla nel campo della Regione, attraverso Azienda Zero (il super-ente nato nel gennaio scorso per gestire in modo organico e coordinato l’intera sanità regionale).
Ciò non significa però che l’aggiudicazione dei nuovi contratti per la fornitura e gestione degli applicativi webDpc e webCare passerà sulla testa delle organizzazioni, ma l’esatto contrario: tutte le sigle delle farmacie pubbliche e private potranno infatti interloquire direttamente con la Regione (senza più le condizionanti posizioni di primazia del passato) per la definizione degli accordi.
“Quella della Regione è una scelta di chiarezza ma anche di equità” spiega il presidente di Farmaciunite. “Prima del decreto 101 di agosto, infatti, l’oggettiva posizione di privilegio della sigla che , solo in ragione della concatenazione degli eventi, si era trovata a stipulare per prima la convenzione con la Regione Veneto per la fornitura degli applicativi webCare e webDpc, si traduceva in un – chiamiamolo così – indebito vantaggio competitivo, peraltro utilizzato senza risparmio”.
In altre parole, chiarisce Muschietti, chi – come Federfarma Veneto – si era di fatto trovata a essere capofila dell’accordo per la fornitura degli applicativi, ha avuto agio nel gestirlo, peraltro legittimamente, anche con finalità economiche o sindacali, ad esempio concedendo l’accesso gratuito ai propri iscritti e facendolo invece pagare, e non a condizione di favore, alle farmacie iscritte ad altre sigle. Situazione che, inevitabilmente, ha finito in non pochi casi per assumere i connotati dell’argomento di pressione nei confronti delle farmacie operanti nel territorio: “se ti iscrivi alla mia sigla non paghi, se vai o resti in quell’altra per accedere alle piattaforme webCare e webDpc dovrai mettere mano al portafoglio”.
“Con il decreto regionale n.101 questa situazione oggettivamente sperequativa viene finalmente meno e anche la dialettica sindacale potrà rientrare in un ambito fisiologico di maggiore correttezza” afferma Muschietti. “E tutto questo senza che il nuovo sistema penalizzi le farmacie: la Regione Veneto ha avuto infatti l’intelligenza, nel ridefinire l’aggiudicazione della procedura di gara per i servizi software, di garantire una soluzione di continuità nella gestione delle piattaforme, che verrà assicurato dalla stessa software house cui era affidata anche prima. Le farmacie, in altre parole, non dovranno cambiare niente nel loro modus operandi. Ma non saranno più discriminate, nell’accesso, dalla loro appartenenza a questo o quel sindacato” conclude Muschietti. “Non ci saranno più figli e figliastri, insomma. E questo, per Farmacieunite e i suoi iscritti, non è davvero un dettaglio da poco”.