Obesità. Con semaglutide riduzione del 10% del peso corporeo e benefici cardiovascolari

Il farmaco semaglutide ha consentito dopo 4 anni una riduzione media del 10% del peso corporeo e di oltre 7 cm di circonferenza della vita, oltre ad aver apportato benefici cardiovascolari indipendentemente dal peso iniziale e dalla quantità di peso perso. Questo il risultato di due analisi dello studio SELECT presentati allo European Congress on Obesity (ECO) 2024.

Nel 2023, lo studio Select ha evidenziato che gli adulti con sovrappeso o obesità ma non diabetici che assumevano semaglutide per più di 3 anni avevano un rischio inferiore del 20% di infarto, ictus o morte a causa di malattie cardiovascolari e hanno perso in media il 9,4% di peso corporeo.

I risultati delle nuove analisi hanno mostrato che il trattamento con semaglutide ha apportato benefici cardiovascolari, indipendentemente dal peso iniziale e dalla quantità di peso perso.

Semaglutide è un analogo del glucagon-like peptide 1 (GLP-1) umano, un ormone prodotto dall’intestino che stimola la secrezione di insulina e inibisce quella di glucagone da parte del pancreas. Il suo rilascio avviene dopo il pasto, entrando quindi in azione solamente quando la glicemia sale per effetto dei carboidrati introdotti col cibo. Induce la perdita di peso riducendo la fame, aumentando la sensazione di sazietà e aiutando così le persone a mangiare meno e a ridurre l’apporto calorico.

L’obesità è una malattia cronica che richiede una gestione a lungo termine. È associata a molte gravi conseguenze per la salute e alla riduzione delle aspettative di vita. Le complicanze legate all’obesità sono numerose e comprendono diabete di tipo 2, malattie cardiache, apnea ostruttiva del sonno, patologie renali croniche, epatopatie non alcoliche e cancro.

“L’entità di questo effetto di semaglutide è indipendente dalla quantità di peso perso, suggerendo che il farmaco ha altre azioni che riducono il rischio cardiovascolare oltre a ridurre il grasso corporeo non salutare – ha spiegato il primo autore dello studio, John Deanfield -. Questi meccanismi alternativi possono includere impatti positivi sulla glicemia, sulla pressione sanguigna o sull’infiammazione, oltre a effetti diretti sul muscolo cardiaco e sui vasi sanguigni, o una combinazione di uno o più di questi”.

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