Paracetamolo: attenzione ai potenziali e nocivi effetti collaterali da sovradosaggio

Il paracetamolo è uno dei principi più utilizzati nelle terapie che interessano il dolore di lieve entità. La sua efficacia invece è limitata nella cura del dolore cronico. Questo equivoco, porta ogni anno a nuovi casi di avvelenamento che potrebbero essere evitati con una buona informazione.

Infatti, uno studio condotto dall’Università di Nottingham mette in guardia soprattutto le persone al di sopra dei 65 anni dai potenziali e nocivi effetti collaterali, come rischi gastrointestinali, cardiovascolari e renali, che possono svilupparsi, ma soltanto se si eccede con le dosi.

Il paracetamolo è un farmaco appartenente alla classe degli antipiretici e analgesici tra i più utilizzati al mondo e il suo profilo di sicurezza e tollerabilità è ben consolidato, anche nei bambini.

Si usa per il trattamento del dolore lieve-moderato associato a mal di testa, mal di denti, ciclo mestruale, sindromi da raffreddamento, mal di schiena, artrosi, e della febbre. I possibili effetti collaterali, nella posologia raccomandata, sono modesti e si osservano raramente, e comprendono essenzialmente eruzioni cutanee e disturbi ematologici.

Tuttavia, a causa dell’uso improprio, i casi di sovradosaggio di paracetamolo rappresentano la maggior parte dei ricoveri in ospedale per avvelenamento in persone di età superiore ai 10 anni. Gli incrementi sono più marcati nelle persone di età compresa tra i 10 ei 24 anni e per le donne, che hanno rappresentato i due terzi dei ricoveri.

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