
Proprietà farmacie: essenziale prevedere maggioranza farmacisti nella compagine sociale
Federfarma condivide pienamente le ragioni espresse dal ministro della Salute Giulia Grillo in favore di una norma che garantisca che nelle società di capitali proprietarie di farmacie il 51% della compagine sociale sia costituito da farmacisti iscritti all’Albo. Questo indipendentemente da dinamiche politiche estranee al sindacato.
Federfarma ha sempre sostenuto che riservare la maggioranza del 51% ai farmacisti assicura alla farmacia un’indipendenza professionale che altrimenti sarebbe a rischio ed evita lo sviluppo di un servizio farmaceutico a due velocità, più efficiente nelle zone redditualmente più ricche. Anche per le società tra altri professionisti esistono vincoli, addirittura più stringenti. D’altro canto, la presenza di investitori, purché limitata al 49%, rappresenta un elemento positivo di equilibrio in quanto può agevolare l’accesso all’esercizio della professione in farmacia da parte di tanti giovani laureati, che non hanno proprie capacità economiche di investimento.
Ad oggi la vendita delle farmacie alle società di capitali è stata marginale e conseguente alle difficoltà create nel settore dai tagli negli ultimi anni. Non è svendendo le farmacie al capitale che si risolvono i problemi di sostenibilità. È invece necessario garantire il sereno svolgimento del servizio farmaceutico sia nei piccoli che nei grandi centri.
Le farmacie, malgrado la crisi economica, hanno sostenuto negli anni l’occupazione – come dimostrano gli ultimi dati del Bilancio sociale dell’UTIFAR – nella piena consapevolezza che i farmacisti collaboratori sono il patrimonio della farmacia.