Regione Emilia Romagna. Siglato nuovo protocollo d’intesa sulla Dpc

Nei giorni scorsi, Federfarma e Assofarm con la Regione Emilia Romagna hanno siglato un protocollo d’intesa per la revisione dell’accordo regionale sulla dpc per il biennio 2019-20, secondo quanto riportato da F-press.

Il documento, che ora dovrà essere ratificato dalla Giunta regionale, riscrive il precedente accordo, aggiornato nel febbraio 2017 e scaduto nell’ottobre scorso.

Parecchie novità in chiave servizi: erogazione di farmaci a “pacchetti” di trattamento, monitoraggio dell’aderenza terapeutica, fornitura dei vaccini ai medici, consegna a domicilio dei farmaci.

Il protocollo – scrive F-press – apre tracciando il bilancio della precedente intesa, che a giudizio dei firmatari «ha raggiunto pienamente gli obiettivi fissati»: sono stati trasferiti dalla diretta alla dpc 500mila confezioni di farmaci, altri 1,7 milioni sono stati spostati dalla diretta alla convenzionata e infine 4 milioni di pezzi sono passati dalle farmacie del territorio attraverso la distribuzione per conto.

Federfarma e Assofarm avrebbero voluto riproporre lo stesso genere di obiettivi anche nella nuova intesa, ma la Regione è stata irremovibile e si è limitata ad accettare una serie di impegni, piuttosto vaghi, sulla “semplificazione dell’elenco dei farmaci in distribuzione per conto” (con lo spostamento in convenzionata delle referenze il cui prezzo al pubblico risulta inferiore alla somma del prezzo di acquisto ospedaliero più la remunerazione delle farmacie) e sulla riduzione della “disomogeneità dei consumi e della distribuzione dei farmaci nelle diverse forme erogative”.

Nessuna concessione o quasi anche a proposito della griglia dei compensi, che rimangono i più bassi d’Italia: 3,20 euro a confezione (iva esclusa) per le farmacie urbane, 3,88 euro per le rurali e urbane con fatturato annuo Ssn non superiore a 300mila euro, per le rurali sussidiate con fatturato non oltre i 450mila euro e (unica novità) per gli esercizi di nuova istituzione (nel loro primo anno di attività.

In cambio, però, la remunerazione per il Cup sale a 2,40 euro; spunta l’attivazione del fascicolo sanitario elettronico (3,40 euro iva esclusa ad apertura) e si promette il coinvolgimento delle farmacie nella distribuzione di alcuni prodotti di assistenza integrativa (presidi per stomie, diabetica eccetera), distribuzione del vaccino antipneumococcico ai mmg “relativamente alle dosi eccedenti le scorte gestite”.

Ma la novità più importante dell’intesa riguarda la dispensazione dei farmaci “a pacchetto di terapia”, ossia per periodi di trattamento, spiega F-press. Si partirà con una sperimentazione limitata ai soli malati di Bpco, in base a linee guida che verranno approntate da un gruppo di lavoro congiunto.

Ma il protocollo firmato da Regione, Federfarma e Assofarm fissa già alcuni punti: all’arruolamento, per esempio, ogni paziente dovrà selezionare una farmacia di fiducia, “presso la quale dovranno avvenire sia l’erogazione di tutte le terapie sia le attività di formazione/informazione legate al corretto utilizzo dei farmaci prescritti”.

Nell’ambito della sperimentazione, poi, le farmacie metteranno alla prova “nuovi modelli assistenziali” che comprendono l’aderenza terapeutica, la ricognizione farmacologica, la farmacovigilanza, la validazione dei piani terapeutici e il recapito a domicilio dei farmaci.

Il protocollo non parla di remunerazione per tali servizi ma è probabile che le parti torneranno sul tema più avanti, una volta completata la stesura delle linee guida. In ogni caso, la Regione puntualizza che l’impatto economico complessivo di “tutte le attività previste dal protocollo” non dovrà superare nel biennio 2019-2020 gli 8,5 milioni di euro.

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