Ricerca. Verso un vaccino contro il tumore dell’endometrio
Tra le pieghe del nostro DNA si nascondono ancora tanti segreti, ma anche tante opportunità per arrivare a terapie sempre più di precisione contro il tumore, come dimostra uno studio appena pubblicato su Precision Oncology.
Lo studio ha individuato in un gruppo di 35 donne con tumore dell’endometrio in fase avanzata trattate al Policlinico Gemelli, una serie di neo-antigeni tumorali condivisi (oltre 160) che potrebbero diventare un bersaglio per un vaccino sperimentale, il NOUS-209, già al vaglio di studi internazionali di fase I e II sul tumore del colon retto e dello stomaco.
Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS fornisce insomma la proof of concept che questo vaccino terapeutico possa essere efficace anche contro il tumore dell’endometrio, ampliando così il range delle sue possibili applicazioni e fornendo potenzialmente un’arma in più contro questo tumore, che fa registrare ogni anno 10 mila nuovi casi in Italia.
“Il vaccino NOUS-209 – spiega la dottoressa Elisa De Paolis, primo autore dello studio, biologa molecolare della Facility di Genomica di G-SteP, Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, diretta dal dottor Angelo Minucci – è già oggetto di studi di fase I e II nel tumore dello stomaco e del colon retto, ma non in quello dell’endometrio. Questi pazienti hanno tutti il difetto molecolare del mismatch repair (MMRd). Obiettivo del nostro studio, nato dalla iniziativa del professor Andrea Urbani e del professor Giovanni Scambia, è stato quello di fornire un razionale pre-clinico per l’impiego di questo vaccino anche nel tumore dell’endometrio”.
“A questo proposito continua l’esperta – sono state selezionate 35 pazienti con tumore dell’endometrio in fase avanzata, tutte caratterizzate dal difetto MMRd, valutato con l’immunoistochimica. Abbiamo quindi effettuato il sequenziamento del genoma tumorale di queste pazienti per andare a valutare le ricadute di questo difetto genetico, cioè la comparsa dei neo-antigeni, di queste proteine anomale, ‘sbagliate’, frutto dei difetti genetici accumulati. Queste proteine anomale non sono presenti nelle cellule normali, ma solo in quelle tumorali e possono fare da bersaglio per il vaccino costruito appunto contro questi neo-antigeni tumorali”.
“Sfruttare a nostro vantaggio un difetto molecolare che accomuna diversi tumori – conclude la dottoressa De Paolis – e aver dimostrato che i difetti presenti nel tumore del colon o dello stomaco sono identificabili anche nelle pazienti con tumore dell’endometrio, consente di poter ampliare l’utilizzo di questo vaccino anche alle donne con tumore dell’endometrio, che andrà testato in un prossimo trial di fase I”.
Sono oltre 8.600 i nuovi casi di tumore dell’endometrio che si registrano ogni anno in Italia. È l’unico tumore ginecologico per il quale si registra un aumento di incidenza, legata all’obesità (che determina iper-estrogenismo) e all’invecchiamento della popolazione. Secondo l’OMS inoltre nei prossimi 20 anni, si assisterà ad un aumento del 50% dei nuovi casi di questo tumore e ad un aumento di mortalità (attualmente la sopravvivenza 5 anni è del 79%).