“Riportare in Italia la filiera del farmaco”. Appello unanime di politica e industria
Diminuire la dipendenza da Cina e India rispetto alla produzione e all’importazione di numerosi principi attivi e sostenere la ricerca. In poche parole, maggiore autonomia produttiva. È stato il comun denominatore di gran parte degli interventi nel corso del convegno organizzato dal Centro studi americani sul tema “C’è carenza di farmaci in Europa? Strategia per il fabbisogno delle materie prime”.
Ad aprire i lavori il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha parlato dell’importanza della governance strategica per arrivare a un’indipendenza nazionale di approvvigionamento dei farmaci.
“L’Italia è prima in Europa con un fatturato di 34 miliardi ma non è indipendente ed autosufficiente per produrre farmaci salvavita – ha detto Gemmato-. Siamo dipendenti dalla Cina e dall’India dove vengono prodotti l’80% dei principi attivi.
Dobbiamo pensare a diventare indipendenti ed essere liberi dal resto del mondo, puntare all’autosufficienza nazionale. Bisogna creare le condizioni favorevoli ed attrarre l’Industria farmaceutica in Italia, potremmo avere una posizione strategica nel Mediterraneo. Il nostro Governo durerà almeno 5 anni e potrà dare maggiore continuità alle contrattazioni e ai progetti con gli attori coinvolti nel settore – conclude il sottosegretario”.
Una linea condivisa dal presidente di Confindustria Marcello Cattani che ha parlato di allarme ingiustificato rispetto alla carenza dei farmaci, poiché si tratterebbe di un numero piuttosto esiguo rispetto agli oltre 3000 stimati dagli ultimi dati pubblicati sul sito dell’Aifa. Un intervento che non ha risparmiato critiche all’operato dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
“L’Aifa non ha seguito bene le contrattazioni dei farmaci – dice Cattani-, ha dato priorità a criteri economici di risparmio a danno dei cittadini”. Il numero uno di Farmindustria ha poi motivato le ragioni che hanno rallentato e in alcuni casi reso indisponibili alcuni farmaci nelle farmacie.
“C’è stato un momento in cui la domanda è esplosa a causa delle patologie invernali associate al Covid, ma si è trattato di ritardi su scala planetaria, dovuti soprattutto al trasporto dei medicinali”.
Cattani si è detto fiducioso rispetto all’attuale Governo, spendendo parole di approvazione ed elogio riguardo alle politiche messe in atto.
“Questo Governo ha un orizzonte culturale più ampio ed è partito bene, con obiettivi molto chiari, autorevolezza scientifica e capacità operativa, come dimostra la riforma dell’Agenzia e il recepimento del Regolamento europeo del 2014 sulla ricerca clinica. Sono necessarie però maggiori risorse e competenze – continua Cattani– e una visione strategica differente, non solo nel settore privato. L’Italia ha competenze straordinarie nel sistema pubblico, nella ricerca e nelle pubblicazioni scientifiche ma che traduce poco in brevetti clinici, in scoperte. Pertanto – conclude Cattani- è opportuno rispondere con dei valori forti e con delle politiche adeguate”.
All’incontro era presente Marco Cossolo, presidente di Federfarma, che ha spiegato come, oltre alla mancanza di programmazione, anche il fatto che le strategie siano affidate alle Regioni rappresenti un problema. “Le Regioni devono amministrare, mentre la strategia deve essere affidata al Parlamento”, ha sottolineato Cossolo che auspica, per semplificare lo scenario, che si arrivi a un sistema definito, un “elenco nazionale dei farmaci della distribuzione diretta, di quelli acquistati dalle ASL ma distribuiti dalle farmacie e di quelli anche distribuiti in DpC ma che dovrebbero andare in regime convenzionato”.
Al convegno ha partecipato Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e past president PGEU, secondo il quale, una strategia da perseguire a livello europeo potrebbe essere quella di “mettere in piedi un sistema di monitoraggio dei farmaci, magari affiancato all’attuale sistema di monitoraggio dei dati, che dia informazioni trasversali e integrate tra produzione, distribuzione intermedia e farmacie sul territorio”.
Christian Petrelli