Sclerosi multipla secondaria progressiva. Tolebrutinib ritarda l’insorgenza della progressione della disabilità

Secondo i risultati dello studio di fase 3 HERCULES, presentati in occasione della conferenza European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS) 2024, in soggetti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva non recidivante (nrSPMS) tolebrutinib è in grado di ritardare il tempo di insorgenza della progressione della disabilità confermata (CDP) a 6 mesi del 31% rispetto al placebo.

Tolebrutinib è un inibitore sperimentale della tirosin-chinasi di Bruton (BTK), orale e bioattivo, che raggiunge concentrazioni nel liquor tali da modulare i linfociti B e la microglia associata alla malattia.

Tolebrutinib è in fase di valutazione in studi clinici di fase 3 per il trattamento di varie forme di sclerosi multipla e la sua sicurezza ed efficacia non sono state valutate da alcuna autorità regolatoria a livello mondiale.

“La sclerosi multipla secondaria progressiva è caratterizzata da un insidioso peggioramento della disabilità nel tempo, indipendente dalle ricadute, e rappresenta un rilevante bisogno non soddisfatto perché ad oggi non si dispone di trattamenti efficaci.”, ha dichiarato Robert Fox, MD, Vice Chair of Research al Cleveland Clinic’s Neurological Institute, Cleveland, Ohio e Chair del Global Steering Committee dello studio HERCULES.

“I risultati dello studio HERCULES dimostrano chiaramente che tolebrutinib è in grado di ritardare la progressione della disabilità nelle persone affette da sclerosi multipla progressiva – e in alcuni casi addirittura di migliorarla – agendo in modo mirato sui processi biologici che determinano la progressione della malattia nel cervello”, ha concluso l’esperto.

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