Sclerosi multipla. Un nuovo anticorpo, frexalimab, riduce significativamente la progressione della malattia

Nuovi dati presentati al Consortium of Multiple Sclerosis Centers (CMSC) del 2023, dimostrano che frexalimab, il nuovo anticorpo sperimentale anti-CD40L di seconda generazione di Sanofi, con un meccanismo d’azione unico, ha ridotto significativamente l’attività di malattia in uno studio di fase 2 su pazienti con sclerosi multipla (SM) recidivante.

Dopo 12 settimane di terapia, il numero di nuove lesioni T1 potenzianti il gadolinio (GdE) è stato ridotto rispettivamente dell’89% e del 79% nei bracci di trattamento a dose più alta e più bassa, rispetto al placebo, raggiungendo l’endpoint primario dello studio.

Nella SM rimane un sostanziale bisogno insoddisfatto di opzioni terapeutiche altamente efficaci e ben tollerate che forniscano un controllo sostenibile dell’attività della malattia e della progressione della disabilità, riducendo al minimo i rischi.

Come primo anticorpo anti-CD40L di seconda generazione a mostrare efficacia nella SM, si ritiene che frexalimab blocchi la via cellulare di costimolazione CD40/CD40L necessaria per l’attivazione e la funzione delle cellule immunitarie adattative (cellule T e B) e innate (macrofagi e cellule dendritiche), senza deplezione dei linfociti.

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