SIMG. Sindromi influenzali: ecco le semplici regole per un uso appropriato dei farmaci

Siamo entrati nel periodo clou della diffusione del virus influenzale: secondo l’Istituto Superiore di Sanità il picco è previsto tra metà e fine gennaio. In accordo con la campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute sull’influenza stagionale, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie raccomanda misure di prevenzione e terapie opportune.

Il paracetamolo è il più efficace analgesico e antipiretico. Gli antinfiammatori non steroidei devono tenere conto dei rischi cardiovascolari, renali e gastrici del paziente. Altri farmaci utili possono essere gli antitussivi e i decongestionanti nasali. I cortisonici devono essere evitati. L’uso di antibiotici, invece, è assolutamente da evitare in caso di infezioni virali. Questi sono i messaggi lanciati dalla Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG).

“Il virus circolante dell’influenza, responsabile della cosiddetta ‘Australiana’, suscita particolare preoccupazione per la capacità di evadere le difese immunitarie e per la maggior aggressività dei sintomi – sottolinea Alessandro Rossi, Presidente SIMG –. L’epidemia influenzale in corso si sovrappone alla persistente presenza del virus SARS-CoV-2 e di altri virus che interessano le vie respiratorie come il virus respiratorio sinciziale e virus parainfluenzali. La diagnosi differenziale dal punto di vista clinico non è sempre facile e talvolta occorre far uso dei tamponi antigenici rapidi naso-orofaringei”.

“In presenza di sintomi influenzali, la raccomandazione è di assumere terapie che intervengano sui sintomi – sottolinea Ignazio Grattagliano, Vicepresidente SIMG –. Il paracetamolo è senza dubbio il più efficace analgesico e antipiretico a nostra disposizione, anche perché praticamente scevro da importanti effetti collaterali se usato alle dosi consigliate. Gli antinfiammatori non steroidei con indicazione al trattamento delle infiammazioni delle alte vie aeree (ketoprofene sale di lisina, flurbiprofene, ibuprofene a basso dosaggio, aspirina e altri) devono essere consigliati tenendo conto del profilo di rischio cardiovascolare, renale e gastrico del paziente, prestando attenzione alla corretta informazione in caso di automedicazione con “formulazioni da banco”.

“Questa categoria di farmaci può comunque essere utile anche in forma topica (spray orali, collutori) se c’è un’importante infiammazione del cavo orale. Altri farmaci utili sono gli antitussivi, in particolare se vi è tosse stizzosa che disturba attività quotidiane e sonno notturno, e i decongestionanti nasali in caso di rinorrea importante. I cortisonici, in generale, devono essere evitati poiché possono ridurre le difese immunitarie ed aumentano il rischio di complicanze. L’uso di antibiotici, invece, è assolutamente da evitare in caso di infezioni virali; la necessità di una loro assunzione deve seguire sempre una valutazione medica, mantenendo la prescrizione riservata ai soli casi necessari”, conclude Grattagliano.

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