
SIMIT: Hiv, Epatite C, antibiotico-resistenza e fake news
Oltre mille specialisti si sono dati appuntamento a Palermo per il XVIII Congresso SIMIT per parlare di terapie per l’HIV, Epatite C ma soprattutto di antibiotico resistenza, la vera emergenza degli ultimi anni.
Durante il congresso, presieduto dai Professori Antonio Cascio e Luigi Guarneri, si farà inoltre il punto sull’attuazione del piano nazionale AIDS e sul piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza e sul sempre attuale problema delle vaccinazioni, soprattutto nel paziente a diverso titolo non immunocompetente. Oltre mille gli specialisti attesi.
“Nel Congresso saranno discussi in maniera dinamica e concreta – spiega il Dr. Luigi Guarneri, Direttore UOC Malattie Infettive Osp. Umberto I (ASP Enna) – i principali aggiornamenti sulle più importati tematiche infettivologiche e chemioterapiche anche in collaborazione con altre branche specialistiche in considerazione della trasversalità della disciplina. Si parlerà, inoltre, di sepsi e shock settico in collaborazione con i colleghi intensivisti. Inoltre, insieme ai radiologi, si discuterà delle più importanti novità dell’imaging in campo infettivologico, insieme col Ministero della Salute ed esponenti del WHO si affronterà in maniera costruttiva quello che può essere definito il “Tuberculosis Italian gap”. Tantissimi gli altri temi trattati: dalla malattia da Clostridioides difficile alle malattie infettive correlate alla globalizzazione e al riscaldamento globale e al trattamento delle infezioni causate da microorganismi MDR”.
Nell’ultimo anno sono state diagnosticate 2.847 nuove infezione da HIV pari a 4,7 nuovi casi per 100.000 abitanti. Lo affermano i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, che confermano anche l’aumento di diagnosi tardive. La maggioranza di queste è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,2% di tutte le segnalazioni. Per l’esattezza eterosessuali nel 41,2% dei casi, maschi che fanno sesso con maschi nel 39,0%. L’età mediana era di 39 anni per i maschi e di 38 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (11,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 25-29 anni) e 30-39 (10,9 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 30-39 anni). Tra le regioni con un numero superiore a un milione e mezzo di abitanti, le incidenze più alte sono state registrate in Lazio, Toscana e Liguria.
Per quanto riguarda l’Epatite C, ad oggi sono stati trattati con le nuove terapie 196mila malati, con benefici sia sotto il profilo clinico che sotto quello socioeconomico. Le nuove terapie sono in grado di eradicare il virus in poche settimane, sono efficaci nel 98% dei casi e senza effetti collaterali. Tuttavia vi sono circa 300mila soggetti stimati ancora da diagnosticare, con un’età tra 30-60 anni, circa 10 anni in meno rispetto all’età media dei pazienti già diagnosticati e curati. I prevalenti fattori di rischio degli individui con infezione non diagnosticata sono la pregressa o attuale tossicodipendenza (stimati circa 150 mila persone) e tatuaggi o piercing (circa 80 mila) fatti prima della scoperta del virus nel 1989.
L’Italia è prima in Europa per numero di morti legate ad infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici: dei 33.000 decessi che avvengono ogni anno, infatti, oltre 10.000 si registrano nel nostro Paese. Lo dice l’Istituto Superiore di Sanità sottolineando che, pur in presenza di un “trend in leggero calo, i valori restano oltre la media europea”.