Speranza: “Il nemico è il virus. No a scontro politico”
“Comprendo le ragioni della battaglia politica, ma la politica non è un gioco d’azzardo sulla pelle dei cittadini. Sconfiggere il virus è la priorità, la premessa di ogni ripartenza economica e sociale.
In un grande Paese non si fa politica su una epidemia”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento in Aula Senato, durante la discussione delle mozioni di sfiducia nei suoi confronti. Il ministro ha puntato l’indice contro “il tentativo di sfruttare l’angoscia di tanti italiani per miopi interessi di parte” e ha invitato a “non dividere il Paese sulla pandemia”. “Avrei potuto spesso scaricare sulle Regioni. Non l’ho fatto e non lo farò mai”, ha detto, rilanciando il suo appello all’unità.
Sulle critiche riguardo il piano antipandemico fermo al 2006, il ministro Speranza ha rivendicato: “Ho giurato al Quirinale il 5 settembre del 2019 e posso dire, a testa alta, che adesso il piano pandemico antinfluenzale aggiornato c’è”.
Chi ne denunciava la mancanza, ha precisato, “si riferiva a un lungo periodo in cui si sono alternati 7 governi, sostenuti da tutti i gruppi politici oggi in Aula. Anche da gruppi che ora chiedono la mia sfiducia”.
Sul ritiro del report dell’Ufficio Oms Europa di Venezia, il ministro della Salute ha ribadito che si è trattato di una scelta tutta interna all’Oms. Nel corso del suo intervento, il ministro Speranza ha sottolineato che “solo nella prima ondata l’Italia
ha avuto un tasso di letalità più elevato, dovuto alla durezza dell’impatto nel nord del Paese e alla demografia italiana. Nella seconda si è mantenuta al 2,2%, nella media degli altri Paesi. La Germania, ad esempio, è al 2,3%”.
La pandemia, ha rimarcato poi il ministro, ha fatto emergere “debolezze e limiti del nostro Servizio sanitario nazionale, dopo decenni di scelte sbagliate e miopi”.
Una sanità su cui si è investito, con 81.236 nuove assunzioni, con l’attivazione di 1.339 Usca, più di quelle previste, e con l’aumento del 106% dei posti letto di terapia intensiva.