Traffico internazionale di anabolizzanti: arresti e perquisizioni in tutta Italia

Un traffico internazionale di sostanze anabolizzanti, dopanti e stupefacenti è stato scoperto dai carabinieri del comando per la Tutela della Salute di Roma, che hanno eseguito su tutto il territorio nazionale un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 persone ritenuti responsabili, a vario titolo, di utilizzo o somministrazione di farmaci dopanti, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.

L’organizzazione criminale gestiva un traffico di sostanze anabolizzanti via internet in tutta Italia, con transazioni internazionali in Bulgaria, Slovacchia, Polonia, Romania e Serbia.

L’indagine era stata diretta per oltre due anni dal giovane Pm della Procura di Enna, Giovanni Romano, scomparso di recente in un incidente stradale, e scaturisce dal monitoraggio dei social network e dei siti web utilizzati per la vendita on line di sostanze anabolizzanti.

Gli indagati utilizzavano mezzi di comunicazione e strumenti di pagamento digitali attraverso false identità, allo scopo di eludere eventuali controlli, restando in stretto contatto con i centri di distribuzione nelle provincie di Salerno, Lecce e Modena.

I sequestri, eseguiti nel corso di due anni di attività investigativa, hanno consentito di sottrarre dal commercio illecito circa 18mila confezioni di sostanze dopanti, di cui circa 300 flaconi di sostanza stupefacente, il nandrolone, per un valore complessivo stimato di circa un milione di euro.

Il centro nevralgico del traffico di anabolizzanti, ormoni e sostanze stupefacenti quali l’efedrina, era Nissoria, piccolo paese della provincia di Enna, ma le spedizioni dei pacchi contenenti la merce avvenivano da Paestum e Lecce.

“Purtroppo lo spaccio si è spostato sulla piazza virtuale – ha commentato il colonnello Andrea Zapparoli, comandante dei Nas – a portata anche di minorenni che sul web possono reperire sostanze illecite. Grazie alla collaborazione con le forze di polizia degli altri stati coinvolti è stato possibile risalire alle transazioni internazionali fatte dagli arrestati”.

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